Maurizio Guandalini
9:18 pm, 10 Gennaio 17 calendario

Bufale e fiera delle banalità

Di: Redazione Metronews
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Un tribunale del popolo per scoprire le bufale dell’informazione? L’idea grillina fa acqua, così come la reazione del direttore del Tg La7, Mentana. Che, indignato, decide, prima, di sporgere querela contro il leader 5 Stelle e, poi, non lo fa. È “da mo’” che l’informazione in Italia è quella che è. Basta vedere le pile di quotidiani che rimangono nelle edicole  mentre i giornalisti della carta stampata siedono, da mattina a sera, in tv divenendo riconoscibili più per la loro presenza in video che  per gli articoli che firmano.  La vera novità che ha imbastardito e annacquato tutto quanto sono i talk televisivi che, in Italia, abbondano, oversize. Non esiste altro paese al mondo con una quota fuori misura di tanti talk show, quotidiani, dedicati alla politica. Mentana dovrebbe porsi qui qualche problema. Cioè quello che c’è dentro i talk, a tutte le ore del giorno, deforma, fa, disfa, monta e smonta.
I talk giornalieri  occorre riempirli e,  ad alcuni, sfugge la mano, cioè devi accucciarci la mezza bufala, creata ad arte, i pettegolezzi del retrocucina, il detto non  detto, giusto per creare una bella baruffa di fuffa che sbrodola e diventa polemica. Così ci ritorni su il giorno, o l’ora, dopo invitando gli interessati a smentire, dimostrare, difendersi.
È un modello perfetto anche per i contenitori quotidiani di arte varia della tv del mattino e del  pomeriggio. Guai  privarsi del “dibattito” sulla crisi economica, sulla povertà, sulle bollette che rincarano, sul lavoro che non c’è: il talk si trasforma nella fiera delle banalità con i suoi  protagonisti di cartello.
L’ha detto, nel silenzio generale, il Papa parlando di coprofilia e coprofagia: i media, sbagliando, tendono sempre a comunicare, alla gente gongolante, lo scandalo e le cose brutte. C’è un signore di una associazione dei consumatori, in tv, ovunque, che, caricato a molla,  parte verso il trionfo delle ovvietà, lisciando il populismo più gretto, quello basso basso, che parte degli spettatori ama sentire. Confrontandoci con qualche decennio fa, quando c’erano Santoro e pochi altri, quei talk, oggi, li ricordiamo come esempio di valoroso giornalismo. Chi si ricorderà dei talk contemporanei?  Nel talk  non esiste la verifica, reale, dei fatti e chiunque può dire qualsiasi cosa, che passa per essere veritiera. A quando  un conduttore che va oltre il moderatore silente? Il job act genera lavoro o no? La legge elettorale è autoritaria o no?  Su temi concreti così, il giornalista-conduttore, deve prepararsi accuratamente e, in trasmissione, dare versioni certe, inoppugnabili, evitando le ore di caciara degli ospiti urlanti.
MAURIZIO GUANDALINI

10 Gennaio 2017
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