Brexit
9:09 pm, 3 Novembre 16 calendario

Per uscire dall’Europa serve il Parlamento

Di: Redazione Metronews
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Gran Bretagna Colpo di scena sul cammino della Brexit. Il referendum di per sé non basta e il governo non può fare da solo per uscire dall’Unione europea. L’Alta Corte di Londra ha accolto la richiesta di un gruppo di cittadini pro-Ue, guidati dall’imprenditrice Gina Miller, convinti che il referendum del 23 giugno fosse solo consultivo e non vincolante. Per la Corte solo il Parlamento ha il potere di dare il via al processo di Brexit notificando a Bruxelles l’intenzione del Regno Unito di uscire dall’Unione europea in base all’articolo 50 del Trattato di Lisbona. 
Il governo conservatore, che da quando si è dimesso Cameron ed è guidato da Theresa May è favorevole alla Brexit, è subito insorto dicendo che farà appello e che non si può mettere in discussione la volontà popolare espressa nelle urne. 
Il verdetto infatti potrebbe aprire la strada a una bocciatura della Brexit da parte del Parlamento, dove scozzesi, irlandesi, liberali, buona parte dei laburisti e alcuni conservatori sono contrari a lasciare la Ue. È difficile che questo si verifichi davvero, ma quanto meno il verdetto rischia di rallentare il ritmo del processo di uscita dall’Ue e per la premier Theresa May si tratta di un enorme passo indietro dopo aver insistito sul fatto che il governo, da solo, avrebbe deciso su quando innescare il processo. «Il governo britannico è sempre intenzionato a far scattare la procedura formale per lasciare l’Unione europea entro la fine di marzo e non crede che la sentenza dell’Alta Corte interromperà tale calendario», ha dichiarato in proposito il portavoce della premier May.
Attenti a quei due
Due “persone qualunque” hanno ottenuto dall’Alta Corte di Londra di costringere il governo britannico a un voto  del Parlamento sulla Brexit. 
Gina Miller, 51 anni, avvocato prima di creare un fondo di investimento, ha sostenuto il Remain e chiede che il Parlamento discuta l’impatto della Brexit su scienza, istruzione, sicurezza. 
Deir dos Santos, parrucchiere, ha votato per la Brexit ma non vuole «essere privato dei suoi diritti».
METRO

3 Novembre 2016
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