TANGENTI LOMBARDIA
7:11 pm, 4 Ottobre 16 calendario

“C’è da mangiare per tutti quanti”

Di: Redazione Metronews
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MILANO Avrebbe dovuto controllare gli investimenti pubblici, ma al controllore piacevano vacanze e cene gratis, escort e quattrini. Tra gli indagati dell’inchiesta della Dda di Milano sui subappalti per opere pubbliche in Lombardia, che lunedì ha portato a 14 arresti, c’è infatti anche il funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico Pierpaolo Tondo, accusato di millantato credito assieme al faccendiere bresciano Alessandro Raineri. Entrambi  avrebbero ricevuto dall’imprenditore bergamasco Pierino Zanga, presunto fulcro del “sistema” illecito degli appalti, “denaro e altre utilità”, tra cui viaggi,  alberghi, cene e “prestazioni sessuali a pagamento”.
 Al centro dell’inchiesta, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal pm Bruna Albertini, c’è una presunta associazione a delinquere formata da imprenditori bergamaschi e calabresi, alcuni contigui alla ‘ndrangheta. Da alcune intercettazioni, si deduce che “i calabresi erano riusciti ad inserirsi nel settore delle grandi opere quali aggiudicatari di lavori appaltati da Ferrovie Nord spa, o da società facenti pare del medesimo gruppo, ad Itinera spa”. Tra i cantieri in questione si parla anche dei lavori per la realizzazione della Piastra Expo spa da parte del gruppo Mantovani, del cantiere del centro commerciale ‘Il Centro’ di Arese, il potenziamento della tratta ferroviaria Castano – Turbigo, e lavori sulla A7/Milano Genova.  
Ma della partita anche il trenino di Malpensa, il collegamento tra i due terminal che ha goduto di procedure accelerate come opera collegata ad Expo ma che in realtà non è finita. Un’opera dove “c’è da mangiare per tutti” dice in un’intercettazione Salvatore Piccoli, legato alla ‘ndragheta e uomo di Zanga, all’imprenditore Austoni Venturini, anche lui in carcere. Secondo l’accusa, uno degli arrestati, Davide Lonardoni, dipendente di Nord-Ing, società del gruppo Ferrovie Nord Milano, avrebbe intascato una tangente da 50mila euro per assegnare i lavori in subappalto agli imprenditori.
Nell’imputazione, vengono elencati anche personaggi pubblici non indagati,  i cui nomi sarebbero stati utilizzati per le presunte millanterie di Tondo e Ranieri, tra questi anche Francesco Paolo Tronca all’epoca prefetto di Milano, che conosceva Ranieri e risulta parte offesa.  METRO
 

4 Ottobre 2016
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