TANGENTI LOMBARDIA
7:46 pm, 17 Febbraio 16 calendario

Contro le tangenti servono etica e 007

Di: Redazione Metronews
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GIUSTIZIA Il 17 febbraio 1992 Mario Chiesa veniva preso con le “mani nella marmellata” al Pio Albergo Trivulzio, dando il via a Mani Pulite. Il 16 febbraio 2016, attorno ai polsi del consigliere leghista Fabio Rizzi scattavano le manette per un giro di tangenti. Allora come adesso, di mezzo c’è la Sanità. Prima voce di spesa dello Stato, la salute pubblica con i suoi 110 miliardi annui di budget, secondo le inchieste – prima fra tutte quelle a carico del senatore Formigoni – sembra essere la grande mangiatoia del malaffare. Per Francesco Macchia, presidente dell’Ispe, Istituto per la Promozione dell’etica in sanità, «tra corruzione, inefficienze e malaffare, ogni anno vanno in fumo 25,5 miliardi di euro. Soldi sottratti ai cittadini che potrebbero essere utilizzati per migliorare il sistema. Infatti noi parliamo di “strage consapevole”».
Macchia, qual è la fotografia della corruzione nella sanità italiana?
Dai nostri studi, emergono due tipo di corruzione: quella “verticistica” e quella “polverizzata”. La prima è propria del Nord Italia, Lombardia in primis, dove esistono sistemi di controllo strutturati e quindi il malaffare deve coinvolgere i più alti vertici istituzionali. La seconda, invece, è più spicciola e diffusa, ed è tipica del Meridione.
Ad ogni scandalo, la difesa della Regione Lombardia è che comunque “la sanità lombarda è la migliore”. Il caso Rizzi, come sostengono i pm, per i quali le cure offerte dalle società sotto inchiesta erano di scarsissima qualità, dimostra il contrario… Come se ne esce?
Da anni proponiamo da una parte l’utilizzo di “agenti provocatori”, cioè 007 che in incognito propongano a dirigenti pubblici mazzette e tangenti e, qualora questi dovessero accettare, la fine della carriera del soggetto nella PA, come accade negli Usa. Dall’altra, si deve insistere sul “whistle blowing”, cioè nella possibilità da parte del dipendente pubblico di denunciare episodi di corruzione all’interno della struttura rimanendo anonimo.
Le carte dell’inchiesta riportano di un ex primario di Niguarda che denunciò ai vertici dell’ospedale lo scarso livello di cure delle società indagate, e che dopo la denuncia fu minacciato di querele e sollevato dall’incarico…
Vero, infatti è necessario lavorare sulla consapevolezza a tutti i livelli che ogni atto di corruzione ha un impatto negativo sulla salute dei cittadini. Ci vuole etica, insomma. 
Forse anche l’Ordine dei medici ha una certa responsabilità, no?
Certo quando la stessa società vince tutti gli appalti per 10 anni, probabilmente qualcosa di strano c’è. Purtroppo le associazioni di categoria si percepiscono molto come sindacato e pochissimo come organi di controllo.
ANDREA SPARACIARI

17 Febbraio 2016
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