Per trovare lavoro l’università l’arma vincente
LAVORO. Serve ancora l’università nel 2016 per trovare lavoro? Secondo gli esperti che si sono interrogati sul quesito durante il convegno organizzato dalla John Cabot University e moderato da Michèle Favorite, docente di Comunicazione aziendale della JCU, assolutamente sì. La professoressa ha creato per Metro una lista di 5 step necessari per ogni ragazzo per trovare lavoro oggi. Primo: iniziare presto. «Già durante il liceo e i primi anni di università, i ragazzi dovrebbero svolgere “lavoretti”, anche distanti dal loro obiettivo professionale. Fare la ragazza alla pari o lavorare in pizzeria, permette di sviluppare le famose e importanti soft skills, come il problem solving, la capacità di negoziazione. Queste si acquisiscono sia con una grande cultura, ma anche con una grande esperienza». Secondo: tenere sempre gli occhi aperti. «Informarsi su quali settori tirano, capire quali sono gli ambiti obsoleti per stare al passo con i tempi. Il ragazzo deve essere curioso, informato. Già al liceo devono provare ad interrogarsi su come sarà tra 5 anni il mercato del lavoro». Terzo: imparare a scrivere il curriculum. «Il cv europeo non va bene, appiattisce perché è un format. Dal cv devono risaltare le capacità, anche le tanto ricercate soft skills. Quando mi dicono che hanno mandato centinaia di cv e nessuno ha risposto, io spiego: lo avete scritto male!».
Quarto: l’università deve aiutare i ragazzi a presentarsi ad un’azienda. «L’ateneo deve insegnare ad affrontare un colloquio e insegnare un metodo di studio pragmatico e non solo nozionistico». Quinto: l’università deve parlare con il mondo del lavoro. «Gli atenei devono essere un ponte per poter trovare lavoro, per esempio con i career day». Per Favorite «i laureati diminuiscono e i ragazzi in gamba vanno all’estero. Chi guiderà il Paese in futuro?».
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