#Nizza #Promenade des Anglais
11:02 am, 15 Luglio 16 calendario

Si cercano italiani tra le vittime

Di: Redazione Metronews
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NIZZA. Andrea Avagnina, cittadino italiano originario di San Michele di Mondovì (Cuneo), è tra i feriti gravi dell’attentato a Nizza. “E’ stato rintracciato nel reparto di rianimazione di uno degli ospedali”, viene confermato dal Comune del cuneese. Della moglie, che era insieme a lui, spiegano le stesse fonti, non ci sono ancora notizie. Alcuni parenti della coppia si trovano in questo momento nella sede del Comune di San Michele di Mondovì, in attesa di novità. Il sindaco Domenico Michelotti è in continuo contatto con il Consolato italiano a Nizza e con la Farnesina.  Mancano all’appello anche Angelo D’Agostino, 71 anni, e la moglie di 68 anni Gianna Muset. 
Dopo la notte di sangue e terrore che ha imbrattato per sempre la Promenade des Anglais, tra corpi coperti da teli ancora da identificare e pozze di sangue ovunque sull’asfalto e tra i vialetti, sono ancora molte le domande senza risposta. Tra le 84 vittime (bilancio destinato a cambiare di ora in ora, viste anche le centinaia di feriti ricoverati negli ospedali, molti in gravi condizioni) non si esclude la presenza di italiani.
«Non possiamo escludere la presenza di nostri connazionali, data l’entità e la gravità del fenomeno». Spiega il capo dell’unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri, in un breve punto stampa al ministero degli Esteri. Il problema, dice, è che Nizza è una città a ridosso del confine nella quale la presenza di italiani è molto importante. Sono circa 30mila i nostri connazionali lì residenti, ai quali si aggiungono quelli in vacanza. Non si tratta peraltro di un posto dal quale in genere si segnala la propria presenza alla Farnesina.
E il ministro dell’Interno Angelino Alfano, nella conferenza stampa successiva alla riunione del Comitato di analisi strategica antiterrorismo puntualizza: «Il nostro console ha detto che c’erano molti italiani su quel viale. Noi non abbiamo ancora nessuna notizia. Non abbiamo dati ufficiali. Serve prudenza massima per gestire questo tipo di informazione».
Riguardo alla sicurezza messa in campo Alfano aggiunge al termine del vertice al Viminale: «Abbiamo rafforzato ulteriormente i nostri sistemi di vigilanza e di presidio degli obiettivi sensibili e abbiamo costituito una forma di riunione permanente del Comitato di analisi strategica antiterrorismo che fino ad oggi ha fatto un lavoro straordinario con controlli ininterrotti».
Gli appelli su twitter
Era stata Roberta Capelli, nuora dei due, utilizzando il servizio di ricerca dispersi attivato sui social network, a lanciare l’allarme. “#recherche nice Cerchiamo Angelo D’Agostino, 71 anni, era sulla promenade con la moglie al momento dell’attentato!!”, scrive. “#recherche nice #Cerchiamo#GiannaMuset#”, aggiunge postando le foto di entrambi i parenti.
Il console italiano a Nizza, Serena Lippi, parla di molti connazionali che «non si riescono a rintracciare e che quindi risultano dispersi». Erano moltissimi ieri sera lungo la Promenade della città francese ad assistere ai festeggiamenti per la festa del 14 luglio.  «Nella calca – riferisce la Lippi – molti hanno perso il cellulare e c’è chi non è riuscito a rientrare a casa e ha trascorso la notte fuori. Lavoriamo con la Farnesina e da Parigi è in arrivo l’ambasciatore italiano».
Lo stesso premier Matteo Renzi assicura: «Stiamo facendo le necessarie verifiche necessarie»..  
L’invito per gli italiani presenti a Nizza è quello di «evitare spostamenti e a seguire le indicazioni delle Autorità locali». Per emergenze si può contattare il Consolato Generale d’Italia a Nizza al numero 0033(0)768054804. Le Autorità francesi hanno attivato anche un altro numero telefonico per informazioni: 0033(0)1 43175646.  
Le testimonianze si moltiplicano sui social e in tv.
«Non ci sono più sale per le autopsie, si stanno facendo nelle aule universitarie». Così Antonio Iannelli, chirurgo italiano residente a Nizza che parla a SkyTg24. Iannelli era di riposo ed era con la famiglia al ristorante quando è avvenuta la strage. Parlando con i suoi colleghi, ha raccolto alcuni dati sui feriti arrivati in ospedale. «I miei colleghi mi hanno detto che ci sono solo due feriti da arma da fuoco, gli altri hanno patologie da schiacciamento, molte ortopediche», ha aggiunto.
Il racconto di chi c’era.
«È stato il delirio. Ero sulla Prom – racconta sul suo post di Fb Silvia Cocola, barese d’origine, nizzarda d’adozione – avevo appena girato su place Masséna. Alla statua di Apollo ho sentito delle grida, mi sono girata verso la Proménade e ho visto una marea di gente, una valanga di gente che correva. Io non so cosa mi sia passato per la testa, so solo che per non farmi travolgere sono tornata verso la Prom. La gente era impazzita, travolgeva qualsiasi cosa si trovasse sul passaggio, bambini, biciclette, tavoli, motorini. Ci siamo buttati in un ristorante, ci hanno fatto mettere per terra, hanno spento le luci. Nessuno sapeva cosa stesse succedendo fuori. La follia. Davvero non ho altre parole. È stato un massacro».
Festa in tragedia.
«Volevamo festeggiare, vedere i fuochi, era una serata magica», racconta una studentessa 17enne, una delle tante che ieri sera sulla Promenade guardava i fuochi d’artificio in allegria. Poi l’incubo. «Eravamo saliti dalla spiaggia che è proprio sotto la strada, ridevo con una mia amica, poi un gelo, una folata di vento fortissimo e ho visto quel camion bianco, con dentro quella persona che con tutta la forza che aveva girava il volante a destra poi a sinistra, con violenza. come fosse a un autoscontro. E la gente intorno a me volava, urlava. Correva. Tanti morti. Vedevo i corpi mentre cercavo di tornare in spiaggia. La gente che non riusciva a prendere le scalette si buttava dal parapetto, si spintonava, un inferno. Non so per quale ragione divina non mi ha preso, accanto a me vedevo persone che scaraventate. Terribile le urla della gente intorno. E a un certo punto non ho capito più nulla: ero terrorizzata».
Come lei molti, anche italiani, sono a Nizza per il progetto Erasmus o per vacanze-studio.
«Il camion sterzava di continuo, per colpire più persone possibile, proprio come fossero dei birilli», riferisce un giornalista del popolare quotidiano locale Nice-Matin, che era sul lungomare quando il camion ha iniziato la sua corsa contro la folla. «Ho sfiorato la morte. Ho visto gente stritolata, teste insanguinate, membra staccate”, ha raccontato un testimone oculare citato da l’Express. Il camion era un 18 tonnellate, un mezzo che è lungo 15 metri e andava a 80 km all’ora» chiosa ancora sotto shock.
«Ero con i miei quattro figli poi all’improvviso le urla della gente e quel tir che ci è passato accanto andando a zig zag e schiacciando tutto e tutti». Si dispera Marlena, davanti all’ospedale di Nizza, raccontando il terribile attentato che ha sconvolto la Francia. «Per un attimo non ho più visto i figli: è stato per pochi secondi quando li ho rivisti avevano il terrore sul volto e sui vestiti il sangue di tutti quei morti. Fisicamente stanno bene, ma sono sotto shock: dicono che non vogliono mai più uscite di casa», conclude. 
«La polizia è stata molto superficiale perché non ha bloccato al traffico come doveva la zona pedonale – riferisce Maurizio, un connazionale in pensione che vive a Nizza e che si era seduto su una delle panchine del lungomare per telefonare, al momento della tragedia -. Per un’ora, poi non sono arrivati soccorsi, né ambulanze né elicotteri. Anche i militari sono arrivati un’ora dopo».
«Il camion sembrava che barcollasse, ma lo faceva – continua il pensionato – per colpire quanta più gente poteva. Dopo il suo passaggio ho visto per terra un bimbo morto accanto al padre disperato che lo accarezzava mentre con l’altra mano reggeva una carrozzina, una signora senza una gamba, un uomo senza un piede, sentivo grida, urla, disperazione. Sono rimasto impietrito, immobile, poi a un certo punto è stato come se il silenzio mi avvolgesse».
ORIETTA CICCHINELLI
 
 
 
 

15 Luglio 2016
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