MAFIA CAPITALE
10:09 am, 10 Maggio 16 calendario

Luca Odevaine pronto al patteggiamento

Di: Redazione Metronews
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ROMA. Luca Odevaine è pronto a patteggiare la pena per i reati di corruzione nell’ambito dell’inchiesta sul Cara di Mineo. Tre anni e una cifra vicina ai 400mila euro, con l’obiettivo di evitare il giudizio e una possibile stangata. A formulare la richiesta, che sarà depositata lunedì, è stato il suo legale Luca Petrucci, al termine della 68esima udienza del processo Mafia Capitale, in cui il maggiore del Ros Paolo Guida ha ricostruito il fiume di denaro fra le società del gruppo “La Cascina”, che gestivano i centri di accoglienza per migranti, come il Cara di Mineo, e soggetti riconducibili ad Odevaine, membro del tavolo nazionale sull’accoglienza migranti, come la coop Abitus. Un flusso di quasi due milioni di euro che, fra il gennaio 2012 e il marzo 2014, avrebbe garantito ad Odevaine circa 261 mila euro, solo dalla Domus Caritatis. Soldi, regolarmente registrati, ma, secondo la procura, frutto di “atti corruttivi”, che sarebbero stati versati direttamente ad Odevaine o ai suoi familiari.
«Alla fine c’ho rimesso quasi 20 mila euro andando giu a Mineo», diceva Odevaine in un’intercettazione. Eppure  dagli inquirenti sono stati accertati almeno 5 passaggi di denaro per un valore di circa 65 mila euro, mentre nello studio del commercialista Stefano Bravo, gli uomini del Ros hanno trovato l’intera contabilità fra Odevaine e le coop bianche, che corrispondevano al “facilitatore” un canone mensile pari a 10mila euro. Bravo, inoltre, è risultato essere a capo di società riconducibili all’ex capo gabinetto di Walter Veltroni, come la Reluca srl, che Odevaine deteneva insieme a Riccardo Totti, fratello del capitano della Roma. Secondo la ricostruzione di Guida, a nominare Odevaine nella commissione di gara del Cara di Mineo nel 2011, fu l’attuale sottosegretario all’agricoltura ed esponente dell’Ncd siciliano Giuseppe Castiglione, a quel tempo a capo del consorzio Calatino, che gestiva il centro d’accoglienza. Una circostanza inedita che potrebbe aprire nuovi orizzonti anche alla procura di Catania, che di concerto con quella di Roma, indaga sulle presunte turbative nelle gare di appalto per l’affidamento della gestione del Cara (Castiglione non è coinvolto a nessun titolo nel processo in corso).
MARCO CARTA

10 Maggio 2016
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