Cinema/Un paese quasi perfetto
6:39 pm, 24 Marzo 16 calendario

Anch’io tornerei a vivere in campagna

Di: Redazione Metronews
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ROMA Bella, candida, incapace di mentire e innamorata del suo paesello natale arroccato sulle montagne lucane, lontano da tutto. L’espressione di innocente candore di Miriam Leone è perfetta per impersonare la barista che è una delle figurine paesane di “Un paese quasi perfetto” by Massimo Gaudioso, da questo weekend in sala.
Accanto a lei, due protagonisti maschili, Fabio Volo – rampante chirurgo plastico – e Silvio Orlando sindaco per caso in cerca di un medico per le 120  anime del paesino. 
La barista che lei – Leone –  interpreta è diversa da tutti gli altri abitanti (ma non sveliamo perché), c’è qualcosa di suo nel personaggio?
Assolutamente sì. Io capisco la sua  voglia di non tagliare le radici, di non voler abbandonare casa. Anche io quando torno dai miei, in Sicilia, sento che quel legame c’è ancora.
Però lei è andata via…
Sì, per ragioni di lavoro. Ma ogni volta che posso ritorno e capisco quella voglia di restare che appartiene a molte persone. 
Cosa le piace di più dei piccoli paesi?
La semplicità, cosa ormai rara. Il modo in cui la gente ancora ti guarda. Quando giravamo il film, non riuscivo mai a dormire a causa dei caffè che ci preparavano ad ogni ora del giorno e ci offrivano ovunque. La mattina ci aspettavano sugli usci le signore con delle caffettiere giganti. Sono ingrassata e ho pensato persino di comprarmi una casa lì. 
Cosa pensa del ritorno alla campagna di frotte di giovani?
Penso sia una grande opportunità. Vengo dalla Sicilia, dove la vita legata alla terra è ancora una realtà concreta. Penso che l’agricoltura oggi offra nuove possibilità e il ritorno a una vita autentica. Io il sabato cerco sempre di allontanarmi dalla città e cercare aria e prodotti buoni.
SILVIA DI PAOLA

24 Marzo 2016
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