Maurizio Zuccari
10:33 pm, 22 Marzo 16 calendario

Quella cupola oscura che c’è sopra Salah

Di: Redazione Metronews
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Venerdì scorso, la sera di Bruxelles era attraversata dagli echi di due colonne di sirene. Nel quartiere delle istituzioni Ue, quelle della scorta ai leader dei 28 paesi europei di ritorno dall’ennesimo, vacuo vertice sui migranti. A ovest, altre sirene accompagnavano in carcere Salah Abdeslam, solo attentatore sopravvissuto agli attacchi di Parigi. Ricercato ventre a terra dalle polizie di mezza Europa da quattro mesi e dato per scampato in Siria, mentre se ne stava bellamente a 400 metri da casa e dal baretto posseduto col fratello, suicida “inoffensivo”, protetto da amici nella casbah di Moleenbek. Da allora Salah, sedicente mente della macelleria parigina, superbo combattente o sbarbatello improvvido, tira sospiri di sollievo e manda a dire di poter vuotare il sacco.
A pochi giorni dal suo arresto, altre sirene hanno impazzato per le vie di Bruxelles, trasportando decine di morti e centinaia di feriti dell’ennesima strage terrorista, in questa guerra infinita portata al cuore dell’Europa. Una vendetta dell’Is, che ha rivendicato le quattro bombe all’aeroporto e in metro per l’arresto di uno dei suoi migliori, ciarlano a caldo acuti commentatori. E nel chiacchiericcio del dopo bomba implodono le voci di chi chiede più unità e sicurtà, più mano pesante a tutela di libertà. Tra l’arresto e la strage c’è un nesso palmare, ma non la vendetta. Ché l’ambiguo Salah ha goduto di ben altre simpatie e amicizie che non quelle dell’Is o dei vicini per rendersi invisibile a pochi metri da casa, per mesi. Chi sono i suoi veri amici, e mandanti, si saprà se non finirà suicidato in carcere.
Attentati come a Zaventem e Moleenbek non possono farsi senza un’accorta predisposizione, di cui la cattura di Salah può essere l’innesco, non la causa. I luoghi sono segnati e i detonatori pronti, nella mappa del terrore. Colpire lì, al centro dell’Europa, significa colpire dove l’Ue è più rappresentata e, in teoria, protetta: un segnale più forte del picchiare nel mucchio a Parigi. Eccolo, il nuovo ventre molle d’Europa. Ché le tante Molenbeek – 80mila abitanti, un terzo giovani sradicati, prede dell’ubbia d’una guerra santa all’Occidente che li alleva ma non li nutre – sono roccaforti d’interessi perversi e Islam radicale. Così, il 22 marzo di Bruxelles è davvero l’11 settembre d’Europa, più ancora del 13 novembre parigino. Ma militarizzare vite e frontiere non servirà. Ché i barbari non sono alle porte ma ben dentro l’Europa, e a muovere le fila dalla torre non sono loro.
MAURIZIO ZUCCARI
giornalista e scrittore

22 Marzo 2016
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