Unioni civili Tutto rinviato

ROMA. Tutto rinviato. Il  ddl Cirinnà sulle unioni civili tornerà in Aula al Senato mercoledì prossimo, 24 febbraio, dopo il Milleproroghe. Lo ha stabilito ieri la conferenza dei capigruppo di palazzo Madama, dopo che il Movimento cinque stelle aveva fatto sapere che avrebbe potuto votare contro il “super-canguro” di Andrea Marcucci, il testo taglia-emendamenti che avrebbe fatto saltare, però, anche quelli sulla stepchild adoption. «Lo so che ho sbagliato a fidarmi del Movimento 5 Stelle e pagherò per questo», il commento della stessa Monica Cirinnà che promette: «Concluderò la mia carriera politica con questo scivolone».
Incassato il rinvio di una settimana, il Pd ora inizia a considerare le varie ipotesi in campo non ultimo lo stralcio dell’articolo 5, ovvero la messa in soffitta della stepchild adoption. Senza le adozioni, infatti, i numeri a favore del ddl Cirinnà al Senato si allargherebbero. Il possibile stralcio sarebbe «una vittoria per i cittadini italiani», il commento della ministra della Salute Beatrice Lorenzin. «Per come è stata scritta – spiega – la norma apre alla legittimazione e a una facilitazione dei sistemi di autorizzazione per chi ricorre all’estero alla maternità surrogata e, quindi, all’utero in affitto, che vuol dire comprare un bambino da una donna, pratica illegale nel nostro Paese». Molto probabile che le prime parole pubbliche sulle unioni civili Renzi le pronunci invece domenica all’assemblea del Pd. Infine l’appello della comunità Lgbt: «È il tempo di decidere cosa vale di più, il rispetto di questioni di metodo o il rispetto della vita di milioni di cittadini e dei loro bambini».
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