Riforme/Unioni civili
6:17 pm, 17 Febbraio 16 calendario

La mia famiglia? Vittima di tre discriminazioni

Di: Redazione Metronews
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ROMA.  «Il Ddl Cirinnà è un buon punto di partenza verso la civiltà e la piena uguaglianza. Il Parlamento lo voti, così come è, guardando in faccia i nostri figli». Marilena Grassadonia di figli ne ha tre ed è sposata con Laura dal 2009. Nel 2014 il loro è stato il primo matrimonio ad essere trascritto nel registro del Comune di Roma. Marilena è presidente delle Famiglie Arcobaleno. 
Al di là dei tecnicismi parlamentari, cosa c’è fuori dall’Aula? 
Ci sono le attese delle famiglie come la mia. Coppie di gay e lesbiche che hanno deciso di mettere al mondo dei bambini, che esistono e vanno tutelati.
Nessuno tocchi l’art 5? 
Lo stepchild adoption è il cuore del Ddl: al primo posto c’è la tutela dei nostri figli. 
Lei e Laura vi siete sposate in Spagna…
Quando la nostra unione è stata trascritta in Campidoglio, i nostri figli per la prima volta hanno potuto raccontare ai loro compagni di classe che le loro mamme stavano giurandosi amore eterno davanti al sindaco! Queste cose fanno bene alla gente e alla società. La visibilità è la nostra prima arma per superare il sentito dire.
In Italia sembra che i diritti siano fermi perché non fanno vincere le elezioni?
La gente è molto più avanti rispetto a quello che la politica vuole farci credere. Nella nostra famiglia abbiamo tre esempi di discriminazione: io e Laura siamo insieme da 20 anni ma siamo due perfette estranee per la legge italiana. Seconda discriminazione: mio figlio Flavio di 8 anni non ha relazione giuridica con l’altra sua madre che lo ha desiderato quanto me, e che lo accudisce ogni giorno. Terzo: i figli nati da mia moglie, i due gemelli, non sono considerati fratelli di Flavio. 
Quindi cosa chiede?
Chiedo stessi doveri e stessi diritti per tutti i miei figli, sia quelli che ho partorito col cuore che quello che ho partorito con la pancia. Vorrei dare loro un futuro tranquillo.
Non lo è?
No. Non penso solo alla possibilità nefasta della morte di uno dei genitori, Ma anche alla separazione o più banalmente all’autorizzazione ad andare in gita scolastica. Insomma, alla quotidianità. 
SERENA BOURNENS

17 Febbraio 2016
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