Maurizio Guandalini
3:20 pm, 24 Gennaio 16 calendario

In Italia mancano i fan del cambiamento

Di: Redazione Metronews
condividi

Fan del cambiamento cercasi. Mattia Feltri su La Stampa, prendendo spunto da Mani pulite, di cui ha scritto un libro (Novantatre. L’anno del terrore di Mani Pulite), scrive che è troppo facile accusare sempre la casta e la classe politica. Lo sterco (n.d.r.) è ovunque tra avvocati, magistrati, giornalisti, comuni cittadini. La classe politica spesso rappresenta tale sterco. È l’Italia baby. Il premier Renzi lancia in resta contro l’Europa, fatto inusitato nel nostro remissivo e ripiegato Paese; immediatamente  parte il tiro al piccione contro il Presidente del Consiglio. Contravvenendo alla consuetudine, l’ex Sindaco di Firenze, rompe una casta, nomina ambasciatore a Bruxelles una persona che non proviene dalla carriera diplomatica, zeppa di doppi e tripli cognomi con feluche impolverate,  e voilà accuse contro un atto che interrompe una tradizione.  Di fronte a chi si dà da fare per rompere dei tabù, sbarazzandosi di anticaglia ammuffita, i giornalisti, gli opinionisti e l’arte varia, dalla critica facile, con chi stanno? Perché, da troppo tempo, c’è qualcosa che non torna. Prendiamo l’Europa e il goffo presidente Juncker. C’è unanimità di consenso a riconoscere che questa Europa non va, non risponde più, che le ricette sono sbagliate, che è troppo germano centrica e via elencando.  Però, appena Renzi ha sparigliato  le carte  si è levata una moltitudine di critiche. E i criticoni, i primi urlatori, a volte grezzi, contro questa Europa  hanno consigliato cautela e tatto.  È il tanto meglio, tanto peggio, la direttrice preferita dal pensiero, debole, italico. Se è vero che c’è tutta una serie innumerevole di problemi, se è vero che il quotidiano  non va,  perché allearsi con la conservazione? Meglio il certo dell’incerto? È un modo di ragionare tipicamente democristiano, d’altronde quella è la nostra matrice post bellica: un colpo al cerchio e uno alla botte. Osservate la  discussione sulle unioni civili. Cardinali di peso dicono che ci sono problemi ben più urgenti. Altri si affrettano a dire “non ce l’ho con gli omosessuali, ho tanti amici gay, ma il matrimonio tra persone dello stesso sesso no”.  Come si fa cambiare un paese contorto e specioso così? Passa la voglia di tentare perché c’è solo l’innaturale corsa ad affamare la bestia, tutta disgrazie e baratro.  Sui licenziamenti dei fannulloni del cartellino la stessa litania: non cambierà nulla perché nessuno è responsabile a cominciare dai vertici. Lascio a voi le conclusioni sul “che fare”. Perché dopo aver girato come una trottola ti viene la voglia di abbandonare e mandare tutti al diavolo!
MAURIZIO GUANDALINI, economista e giornalista

24 Gennaio 2016
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo