Riforme
8:12 pm, 11 Gennaio 16 calendario

Via libera della Camera alla nuova costituzione

Di: Redazione Metronews
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ROMA Un Renzi entusiasta accoglie il sì della Camera alle riforme costituzionali. «Oggi quarto voto sulle riforme costituzionali: maggioranza schiacciante in attesa di conoscere il voto dei cittadini in autunno», scrive il premier su facebook. «Due anni fa – osserva – nessuno scommetteva un centesimo sul fatto che questo Parlamento facesse le riforme. E invece è tornata la politica, è tornata l’Italia». «Stiamo dimostrando che per l’Italia niente è impossibile. Con fiducia e coraggio», aggiunge il premier. «Avanti tutta», conclude Renzi. 
L’Aula di Montecitorio ha approvato il ddl riforme  con 367 sì, 194 voti contrari e 5 astenuti.  Con questa approvazione del ddl Boschi, senza modifiche al testo rispetto al provvedimento licenziato lo scorso ottobre a Palazzo Madama, le riforme costituzionali si apprestano a compiere l’ultimo passaggio parlamentare. Ora, il testo del ddl dovrà passare nuovamente al vaglio del Senato per poi tornare alla Camera per la votazione finale: non ci potranno però essere modifiche. A ottobre, così come confermato da Renzi, la riforma costituzionale sarà sottoposta a referendum confermativo. 
Favorevoli alla riforma Pd (compatto), Area popolare e le altre forze di maggioranza, compresi i verdiniani di Ala («Non cambiamo idea rispetto al Patto del Nazareno»), contrari Movimento 5 Stelle, Forza Italia, Lega, Sel e civatiani.
A ottobre i cittadini saranno chiamati a esprimersi in un referendum sulle riforme costituzionali. Lo ha ribadito il premier Renzi che ne ha fatto un caposaldo della sua azione politica. Ma questo impegno non basta a tutti: ieri, mentre si votava la legge, si è riunito ancora una volta il Comitato per il no, composto da alcuni giuristi, sindacalisti e intellettuali e che ha riunito i parlamentari contrari (soprattutto di Sel), in numero sufficiente per richiedere il referendum. Appoggio “esterno” dal Movimento 5 Stelle. Insieme per il sì è invece il comitato promosso dal centrista Adornato a favore delle riforme. 
Cosa cambia
Le riforme non riguardano solo la composizione del Senato che fra le altre cose viene ridotto a 100 metro. Al Senato restano le leggi costituzionali, elettorali, referendarie e sui trattati europei. 
Vengono redistribuite tra Stato e regioni le competenze senza più legislazione concorrente.
Sono eliminati dalla Costituzione i riferimenti al Cnel e alle province. 
Sono introdotti nella Carta i referendum propositivi  e di indirizzo.
 
Lo stato di guerra verrà deliberato dalla sola Camera.
Si riformula l’elezione del Presidente e della Corte costituzionale.
METRO

11 Gennaio 2016
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