Pensioni facili erogate anche in cambio di sesso
TORINO Qualcuna ha minacciato di denunciare lo scandalo in tv per ottenere lo sconto, altre invece si sarebbero offerte di pagare con prestazioni sessuali parte della tangente.
È un quadro sconcertante quello emerge dalle intercettazioni dell’inchiesta sulle pensioni facili, coordinata dai pubblici ministeri Laura Longo e Gianfranco Colace. La scorsa settimana in carcere è finito Enrico Maggiore, il presidente della commissione medica di verifica del ministero dell’Economia e delle Finanze, arrestato subito dopo aver intascato una mazzetta da 2.000 euro. Nei guai è finito anche chi ha consegnato quella mazzetta, il dentista e medico legale Enrico Quaglia che, secondo l’accusa, preparava, grazie anche ad altri medici compiacenti, le pratiche di prepensionamento di falsi invalidi e malati immaginari. E se lo scambio di mazzette tra Maggiore e Quaglia è stato filmato, invece altra cosa è accertare tutto quello che sembrerebbe emergere dalle intercettazioni. Ora la procura vuole identificare tutti i medici che si sarebbero prestati, dietro pagamento, a manipolare le relazioni mediche, certificando malattie inesistenti.
La lista degli indagati si allunga di giorno in giorno: ad oggi sarebbero già dodici i professionisti sotto accusa. Ma rischiano anche i clienti, dipendenti pubblici ansiosi di andare in pensione. Non solo rischiano l’accusa di corruzione, ma naturalmente anche di vedersi togliere la pensione. Intanto ieri i pm hanno interrogato Quaglia.
REBECCA ANVERSA
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