J. Franco: Con le donne Ritorno alla vita

CINEMA. A Wim Wenders è arrivato per posta (“il giovane sceneggiatore norvegese Bjørn Olaf Johannessen lo aveva scritto per me”); a James Franco  attraverso Wenders (“L’idea che abbia pensato alla mia faccia, e a me, mentre leggeva il copione, lui che è un perfezionista e un fotografo, mi ha davvero onorato“). Per   queste ragioni nessuno dei due poteva dire no a questo Ritorno alla vita, racconto dell’elaborazione di un lutto e di 12 anni nella vita di uno scrittore americano in piena crisi creativa. Racconto, come spiega Franco, attraverso le sue  donne, “attraverso Sara, ragazza dolce, ma convenzionale che nulla capisce del suo mondo interiore; attraverso l’editrice Ann e sua figlia; attraverso il legame misterioso con la madre di due bambini che vive da sola vicino al lago Ontario”.
Così,dopo il grande ,successo di Pina, Wenders riparte da qui e sceglie di nuovo il 3D in chiave esistenziale perché, come lui chiosa: «il 3D è  sottovalutato e male utilizzato, le sue possibilità non sono state ancora ben esplorate», mentre Franco si specchia appena nel personaggio. E racconta: «Anche a me, come al mio personaggio, capita di tralasciare le persone che amo perché preso nel vortice di molte cose da fare. Ma Wenders mi ha scelto perchè anch’io sono uno scrittore come l’uomo che interpreto». E Wenders: «James è incredibile. Sul set è concentrato, ma resta appartato. Anche quando non doveva girare era lì vicino con un libro in mano,leggendo dalla mattina alla sera. Appena io lo chiamavo per girare, lui chiudeva il libro ed era di colpo,in modo intensissimo, il personaggio».
SILVIA DI PAOLA