Drone
12:01 am, 19 Maggio 15 calendario

Il ritorno apocalittico dei Muse con Drone

Di: Redazione Metronews
condividi

MUSICA È uno dei dischi più attesi dell’anno. S’intitola “Drones”, uscirà il 9 giugno ed è il nuovo dei Muse. Un concept album a sfondo apocalittico, che racconta di come l’uomo moderno rischi di trasformarsi in un “drone” al servizio del sistema. Un tema scottante narrato con un suono potente ed enfatico, che mescola hard-rock, elettronica, pop melodico, progressive e psichedelia. Con un occhio agli U2 e un altro ai Queen. Ce ne ha parlato il leader della band, Matt Bellamy.
 È quasi un’opera rock: da dove è venuta l’idea?
Da un libro sui droni, che mi ha letteralmente scioccato. E fatto capire come il loro uso fosse così intenso e pericoloso. Ma poi sono diventati una metafora: tutti noi siamo dei potenziali droni indottrinati dai governi e dai media. Mi hanno influenzato anche i film di Kubrick, da “2001: Odissea nello spazio” a “Full Metal Jacket”.
È il vostro disco più politico?
Forse. Lo definirei il viaggio di un uomo in un mondo difficile e pieno di insidie, fra integralismo religioso, potere militare e manipolazione delle informazioni. Sembra sul punto di cedere, ma alla fine riuscirà a trionfare sugli oppressori.
Fuor di metafora, ce la faremo anche noi? E come?
Con una rivoluzione pacifica, un po’ come negli anni ’60. Dobbiamo rivendicare la nostra libertà, far sentire la nostra voce e non aver paura di gridare al mondo le nostre idee.
Musicalmente, com’è nato l’album?
Siamo tornati alle origini, focalizzandoci sugli strumenti e sull’affiatamento fra noi. Volevamo qualcosa di più organico e più diretto: la tecnologia è utile, ma a volte meglio tornare a suoni più veri.
Il 18 luglio suonerete alle Capannelle di Roma, unica data italiana…
(Rispondono Chris e Dom, basso e batteria): E sarà un piacere, vista la grande accoglienza che i fan italiani ci riservano da sempre. Ora è il momento dei live all’aperto, il vero concept del disco lo si vedrà nei palasport al chiuso in autunno. Potremmo anche suonarlo tutto dall’inizio alla fine.
DIEGO PERUGINI

19 Maggio 2015
© RIPRODUZIONE RISERVATA