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Per Antonio Banderas l’umanità è al tracollo

Di: Redazione Metronews
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CINEMA Dallo scimpanze all’uomo, ai robot: la scala evolutiva è questa nell’anno 2044, quando cioè il pianeta Terra galopperà  verso la desertificazione e sarà in bilico fra il declino dell’umanità e l’ascesa dell’intelligenza robotica. Siamo in “Automata”   (da oggi nei cinema) by Gabe Ibáñez, dove ritroviamo  la coppia Melanie Griffith e Antonio Banderas  al confine tra sci-fi e realtà. Girato in Bulgaria, nei dintorni di Sofia, location perfetta per  ricreare la totale desolazione, il film vuole essere molto più di una cavalcata fantascientifica. Come spiega Banderas: «Non è il tipico sci-fi hollywoodiano, se volete solo questo non fa per voi. Questo film è più filosofico, è una parabola carica di umanità. Una storia grandiosa, intrisa di sapori e reminiscenze dei noir degli anni ’40 e ’50, con una trama imponente».
Ma è un film sull’umanità che sta morendo?
È una parabola su ciò che, come uomini nella nostra pienezza, avremmo potuto essere, ma che ormai non siamo più. E sono i robot ad afferrare tutto ciò che ci manca. Anche la stessa umanità che ormai abbiamo perduto. È un film sulla singolarità tecnologica, sull’intelligenza umana capace di creare un’intelligenza che finisce per superarla… quindi sì, è un film sull’inizio e sulla fine dell’essere umano, effettivamente.
E chi è l’uomo che interpreta?
Il mio personaggio è un uomo che non ama più il mondo nel quale vive. Per vivere ripara vecchi robot e che, suo malgrado, si ritrova a vivere un’avventura che metterà a confronto creature meccaniche ed esseri umani. Inoltre sarà travolto dalla notizia della gravidanza della moglie,  perché ritiene che in un mondo freddo e carico di odio e morte non si debbano far nascere bambini.
SILVIA DI PAOLA

25 Febbraio 2015
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