BUSINESS DEI RIFIUTI
9:31 pm, 15 Gennaio 15 calendario

La camorra dietro il racket dei vestiti

Di: Redazione Metronews
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ROMA Erano in grado di fare soldi anche attraverso la raccolta di abiti usati. La Direzione distrettuale antimafia ha arrestato ieri 13 persone, riconducibili al clan Cozzolino di Portici (Napoli), tra loro c’è anche il capa dell’organizzazione, Pietro Cozzolino, mentre un suo fratello è tuttora ricercato. L’accusa è traffico illecito di rifiti. L’organizzazione attraverso due cooperative sociali finite nell’inchiesta, la New Horizon Onlus e Lapemaia Onlus (appartenenti al consorzio Il Solco, delegato da Ama per la raccolta), stoccava migliaia di tonnellate di abiti l’anno (circa 3.000) senza igienizzarli per poi rivenderli in Nord Africa e nell’Est Europa, accompagnandoli con documenti falsi sui quali non compariva il reale quantitativo del materiale.
Un business milionario, secondo il gip Simonetta D’Alessandro, che ha firmato le misure restrittive. Ed è lo stesso giudice ad avanzare il sospetto che dietro il traffico dei vestiti ci sia Mafia Capitale, nella persona di Salvatore Buzzi. Il “ras” delle coop sociali, per il Gip, avrebbe ricompensato le due coop coinvolte nelle indagini poiché erano state escluse da un bando importante, quello per la raccolta del multimateriale per conto di Ama, facendo in modo che vincessero quello per la gestione degli abiti usati.
PAOLO CHIRIATTI

15 Gennaio 2015
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