ebola
5:16 pm, 20 Dicembre 14 calendario

Freetown città spettrale dove la morte cammina tra i vivi

Di: Redazione Metronews
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FREETOWN, SIERRA LEONE. Bambini in stracci laceri arrampicano su per un declivio bagnato dall’acqua che sgorga da un tubo arrugginito. Lanciano avanti il copertone di un motorino, un copertone bianco sdrucito, sperano di riuscire a rivenderlo per pagarsi un frutto acquistato dai venditori camminanti nel mezzo del traffico incolonnato in una spirale infinita inchiodata alla strada rossa di sabbia e divorata da buche profonde come crateri lunari. I bimbetti scalpicciano e rincorrono lo pneumatico. Espettorano grida in direzione del mio operatore, salutano con quelle braccia esili quanto bastoncini di caucciù.
Nella foto, il Reparto sopravvissuti al contagio da virus Ebola dell’ospedale di Hastings, nell’area ovest del distretto di Free Town, Sierra Leone.
Il governo della Sierra Leone ha promulgato leggi straordinarie. I negozi ripiegano le saracinesche alle 18.00. Nessuno può uscire dai distretti di appartenenza e circolare liberamente per il Paese. Dalla prossima settimana, i militari andranno casa per casa a scovare i contagiati che si nascondo alla vista, si celano alla possibilità di guarigione negli ospedali, terrorizzati della morte invisibile che molti pensano sia portata dagli uomini bianchi, da stregonerie estranee alla tradizione locale, dal Diavolo che si accanisce contro i poveri e i derelitti.
Il virus Ebola detta l’agenda del Governo. E promette aiuti finanziari provenienti a pioggia dalle istituzioni internazionali. Come se chiudessero il recinto dopo che la mandria è fuggita. La carità pelosa andava elargita ben prima e con discernimento e organizzazione. Strutturando con serietà d’animo e capacità professionale un vero e proprio piano sanitario nazionale. Confrontandosi con le problematiche locali, con quanto di buono si trova da queste parti, in modo da spuntare il quanto di cattivo.
Qualcuno diceva del grano e del loglio. E spesso quest’ultimo poi lo vedi pavoneggiarsi grasso in mondo visione, assiso sulle pila dei cadaveri piagati dal morbo. I bimbetti se ne vanno di corsa. Rincorrono la ruota. Di là dalla strada, una comunità è recintata. La scritta EBOLA campeggia su un muro in foratino. Due donne sono morte, prima la figlia e quindi la madre. Restano oltre quaranta persone. Chiuse da quarantadue giorni in quarantena. Nessuno è mai arrivato a fare le analisi del sangue. Hanno recintato il perimetro e messo tre poliziotti di guardia a che nessuno vada in giro. Fino al tramonto, che poi i tutori dell’ordine rientrano nelle rispettive abitazioni. Le famiglie recintate aspettano che qualcuno dica loro cosa fare. Per adesso, a pranzo e a cena il governo recapita loro dei pasti attraverso la corda che li separa dal vivere tumultuoso della città. Una corda sospesa tra alberetti macilenti. Il vento se la porta. Una ragazzina prende a saltarci sopra. Prima con un piede, quindi con l’altro. 
CLAUDIO CAMARCA

20 Dicembre 2014
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