Fecondazione eterologa con l ok della Regione
Chi fornisce servizi di fecondazione eterologa «lo può fare solo se ha un’autorizzazione regionale» nell’ambito delle norme che servono a garantire «la sicurezza delle persone, in modo tale che tutti possano avere accesso alla procreazione medicalmente assistita in piena sicurezza»: lo ha chiarito ieri a Bruxelles, dove ha presentato al Parlamento le priorità del semestre italiano, il ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Non volendo poi rispondere alle accuse di “estremismo cattolico” («quando sono totalmente prive di fondamento, meglio soprassedere», ha detto), il ministro ha sottolineato di avere «avviato, subito dopo avere avuto le motivazioni della Consulta perchè prima non si poteva, un gruppo di lavoro laico, laicissimo, al ministero, che ha avuto ieri la sua ultima riunione e il 28 porterà gli esiti in Parlamento». A quel punto si potrà presentare il decreto al Consiglio dei ministri, «subito dopo la pausa estiva», per il «recepimento della direttiva europea che ci permette di armonizzare la norma e di rendere l’eterologa attuabile con criteri omogenei per tutti i centri, con l’unico scopo di garantire l’accesso sicuro e in modo uguale su tutto il territorio nazionale».
(agi)
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