6:00 am, 12 Giugno 14 calendario

Ma che bel Castello solo in auto per

Di: Redazione Metronews
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L’OPINIONE. Io amo le aree pedonali. Parafrasando Jerome Klapka Jerome, dico che starei seduto per ore a guardare un’isola pedonale; impitonito, letteralmente, come di fronte a un camino scoppiettante. Il sogno della mia vita di cittadino milanese è vedere corso Buenos Aires interamente liberato dalle automobili, fatti salvi, si capisce, gli attraversamenti costituiti da viale Tunisia, via Vitruvio eccetera: se ne otterrebbero tanti segmenti brulicanti di vita pedibus calcantibus, impreziositi magari da aiuole e (sognare non costa nulla) da un bel tapis roulant. Sarebbe un bell’esperimento urbano, ne sono certo, anche se i commercianti, già lo so, scatenerebbero l’inferno -salvo poi cambiare idea, come successe per via Dante. Ecco: però Buenos Aires è già di suo una via piena di negozi e di pedoni. Ma piazza Castello?
Non sono un urbanista, ma piazza Castello è priva di negozi e di punti di riferimento “civili”; è sempre stata una bellissima e milanesissima piazza, ma anche (e questo forse è inevitabile, data la sua conformazione) una piazza percorsa prevalentemente da auto, che nessun pedone ha mai pensato seriamente di misurare a falcate, se non per attraversarla assai velocemente. Perché pedonalizzarla? Che senso ha? E, soprattutto, dove andare a trovare i pedoni, che non siano quelli, s’intende, attratti dalle dubbie sagre pane & salame degli scorsi giorni? Come invogliarli a percorrerla? L’altro giorno, per la prima volta da quando il Comune ha avviato questo bizzarro esperimento (durerà fino a Expo, pare, poi si vedrà), ci ho fatto un salto. Mi sono trovato di fronte a una situazione irreale. Durante una mattinata di un normale giorno feriale, mentre tutt’attorno, da piazza Cadorna a via Carducci, la città ribolliva di traffico (e questo è male, ok), piazza Castello era un deserto riarso. Se mi fossero cadute delle monetine dalla tasca ne avrei sentito l’eco. A parte un paio di arditi del jogging, ho notato solo passanti che si guardavano attorno straniti, qualche vigile appoggiato alla sua moto con le braccia conserte, sparuti drappelli di turisti giapponesi, frettolosi, con i loro ombrellini parasole. Ho visto anche un paio di coppie di cessi chimici: fossero stati aperti, almeno sarebbero serviti a qualcosa, accidenti.
Gli assessori Bisconti, Maran e D’Alfonso hanno annunciato un parziale dietrofront rispetto al trionfo della polpetta e del piccolo suk, chiamando in campo la Triennale per studiare qualcosa di “alta qualità”: iniziative commerciali sì, poi, ma solo per prodotti “di eccellenza” e via di questo passo. Più tost che nient, l’è mej più tost.
Sergio Rizzatwitter: @sergiorizza

12 Giugno 2014
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