Violenze anti sfratto Anarchici nel mirino

Centoundici indagati in tutto. Tra cui 29 misure cautelari. Sono i numeri dell’inchiesta che ha fatto scattare le manette ai polsi agli anarchici torinesi, che hanno sfruttato l’emergenza casa per mettere in piedi una campagna antisfratti fatta di intimidazioni e minacce e creando un clima di paura tra gli ufficiali giudiziari.
Il blitzMartedì mattina gli uomini della digos e del comando provinciale dei carabinieri hanno eseguito le misure cautelari, entrando nel cuore dell’anarchia torinese, nell’Asilo occupato di via Alessandria. Quando le forze dell’ordine si sono presentate nell’edificio c’erano cinque persone che si sono arrampicate sul tetto per resistere: sono scesi dopo una lunga trattativa e per due di loro sono scattate le manette.
le indaginiL’inchiesta coordinata dai pm Manuela Pedrotta e Antonio Rinaudo copre un arco temporale che va dal settembre del 2012 ai primi mesi del 2014. Complessivamente sono citati una ventina di episodi, avvenuti tutti nella zona nord di Torino  di cui gli anarchici si sarebbero resi protagonisti per impedire con la violenza l’esecuzione degli sfratti. Le 29 misure cautelari comprendono 11 custodie in carcere, sei arresti domiciliari e altri 12 provvedimenti che variano dall’obbligo di firma in caserma, al divieto di dimora nell’area di Torino e all’obbligo di dimora nel proprio paese di residente. In manette sono finiti alcuni dei leader carismatici dell’anarchia torinesi, ma anche tre dei quattro attivisti No Tav in carcere con l’accusa di terrorismo per l’assalto al cantiere del maggio 2013.
I punti dell’accusaIl gip evidenzia a pagina 192 dell’ordinanza che i fatti contestati «sono molto gravi, in quanto commessi serialmente e secondo una strategia e pianificazione ben illustrate nelle pubblicazioni di area antagonista». Le proteste contro gli sfratti non sono quindi «fatti isolati ed estemporanei, ma sistematiche attuazioni di un progetto da parte di nuclei antagonisti».
(Rebecca Anversa)