6:05 am, 5 Marzo 14 calendario

Scoperta la banca della Ndrangheta

Di: Redazione Metronews
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Un po’ banca dedita a riciclaggio, usura e alla creazione di fondi neri per imprenditori compiacenti. Un po’ forza intimidatrice. Un po’ entità pacificatrice nei dissidi tra le ‘Ndrine dell’hinterland milanese. Erano molte le attività dei 34 ‘ndranghetisti arrestati ieri tra Desio e Seveso.
Per la Direzione Distrettuale Antimafia, che ha anche sequestrato beni  per decine di milioni, l’organizzazione che controllava la Locale di Desio aveva dato vita ad una vera e propria banca clandestina attraverso cui riciclava denaro sporco, non solo esportandolo in Svizzera e San Marino, ma anche investendo e acquisendo il controllo di attività economiche. Dall’edilizia, ai trasporti, alla ristorazione.
Tale “banca” poteva contare sulla copertura di numerose società, nonché del direttore e del vicedirettore dell’ufficio postale di Paderno Dugnano,  di bancari e imprenditori compiacenti.
A capo di tutto, Giuseppe Pensabene, detto “Banca d’Italia”. Dalle cifre apprese dalle intercettazioni, risulterebbe che maneggiasse centinaia di milioni di euro, soldi ottenuti «irretendo imprenditori del territorio, alcuni dei quali hanno visto convenienza nel frodare lo Stato italiano con fatture false», ha detto Ilda  Boccassini.
In un’intercettazione, Pensabene descrive così la situazione della ‘ndrangheta sul territorio parlando di «polipi, con i tentacoli dappertutto, ma siamo nelle condizioni per poterlo fare». Coinvolti nell’inchiesta anche il vice presidente esecutivo del Genoa Antonio Rosati, il dg della Spal Giambortolo Pozzi e l’ex presidente della Nocerina Giuseppe De Marinis.
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5 Marzo 2014
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