Minaccioni: “La Magnani è un’opera d’arte, sempre attuale”
Paola Minaccioni, attrice comica e autrice romana, classe 1971, si racconta a Metro
La vedremo in tv nella seconda stagione di “Malinconico” in onda in autunno in prima serata su Rai1. Ascoltiamo le sue storie e i suoi commenti ironici ne “Il ruggito del Coniglio” su Radio2. L’infaticabile Paola Minaccioni, impegnata al Teatro Greco di Siracusa (fino al 29 giugno) il “Miles Gloriosus” di Plauto, si prepara a portare in scena a Roma “Paola racconta Anna”.
Paola Minaccioni racconta Nannarella
Un coinvolgente viaggio (testo di Elisabetta Fiorito), su musiche eseguite dal vivo, nella vita di Anna Magnani attraverso i suoi racconti personali e i suoi film, ma anche attraverso le parole di Pierpaolo Pasolini, Giuseppe Gioachino Belli, Mauro Marè, Sara Kane, Achille Campanile, Rodrigo Garcia e Gabriella Ferri.
La sera del 26 giugno l’attrice, scrittrice e stand up comedian romana (che ha lavorato per registi come Matteo Garrone, Riccardo Milani, Ferzan Özpetek e Michela Cescon.) sarà, dunque, in scena nel suggestivo Tempio di Venere e Roma, al Parco Archeologico del Colosseo (ingresso libero su prenotazione).
Tra Paola Minaccioni e Anna Magnani, che “rapporto” si è creato dopo questo racconto?
«Magari averla conosciuta! Chissà forse non saremmo state amiche, forse saremmo diventate sorelle. La stimo molto come attrice dopo questo spettacolo anche come donna».
Come si è avvicinata al personaggio di Nannarella e cosa le è rimasto di più nel cuore?
«Guardandola alla televisione quando la domenica la Rai trasmetteva i film in bianco e nero. Mi sembrò di vedere non un’attrice, ma una persona vera, un’amica di mia madre».
Perché raccontare la Magnani oggi?!
«Farei la domanda contraria: perché non farlo?».
La sua attualità…
«Un’opera d’arte è sempre attuale. Lei fa scuola per tutte».
La Roma della Magnani è lontana da quella contemporanea, a suo avviso? Quali i punti di contatto?
«Forse la poesia di Roma si è un po’ persa. Lei ne fu portavoce. Anche se la Magnani era anche più di questo. La Roma di oggi è arrabbiata e confusa, manca di autostima e di investimenti che la rilancino culturalmente».
In un mondo in guerra, quanto è più difficile far ridere?
«La gente in guerra vuole ridere. Chi perde la libertà vuole ridere. Totò e la Magnani intrattenevano il pubblico prima del coprifuoco con sketchs di varietà».
Paola Minaccioni, da dove trae linfa per i suoi personaggi esilaranti?
«Beh la ringrazio. Dalla vita, dai personaggi che incontro e che scovo».
La prima volta che è salita su un palco…
«Era al club sportivo Fontevivola, come racconto nello spettacolo, durante una serata di sfilata delle Miss del paese per l’incoronazione della Miss. Io venni esclusa e mi fecero fare uno sketch comico. Tutto iniziò con un trauma, insomma».
Con chi le piacerebbe lavorare magari in un film o a teatro?
«Con le attrici Emma Stone, Toni Collette. E Ruben Ostund come regista».
Consigli a una giovane che vuol fare del mestiere di comica la sua vita?
«Divertiti. Non perdere mai la tua verità. Non ti uniformare».
Un sogno/progetto By Paola.
«Essere sempre di più autrice».
© RIPRODUZIONE RISERVATA