«Israele e Hamas non vogliono negoziare» e il Qatar si ritira dal ruolo di mediatore
Il Qatar si è ritirato dal ruolo di mediatore chiave per un cessate il fuoco a Gaza e un accordo sugli ostaggi e ha avvertito Hamas che il suo ufficio di Doha «non serve più al suo scopo». Lo ha detto una fonte diplomatica. Il Qatar ha informato sia gli israeliani che Hamas che «finchè ci sarà un rifiuto di negoziare un accordo in buona fede, non potranno continuare a mediare». Secondo la fonte diplomatica, il Qatar ha già «notificato la sua decisione a entrambe le parti, nonchè all’amministrazione americana». Il Qatar sarebbe pronto a impegnarsi nuovamente nella mediazione «solo quando le parti dimostreranno un sincero desiderio di tornare al tavolo dei negoziati».
Il Qatar si ritira
Il ricco emirato, alleato degli Stati Uniti, ospita da più di dieci anni la sede politica di Hamas ed è sempre in Qatar che si trovava l’ex leader del movimento palestinese Ismail Haniyeh, ucciso il 31 luglio in un attentato a Teheran attribuito a Israele. L’ufficio di Hamas in Qatar è stato aperto nel 2012 in coordinamento con il governo americano, in seguito alla richiesta di avere un canale di comunicazione con il movimento. Questo ufficio è stato utilizzato per mediazioni coordinate con diverse amministrazioni americane per stabilizzare la situazione a Gaza e in Israele.
Mediazioni poco fruttuose
Con gli Stati Uniti e l’Egitto, il Qatar ha ottenuto un’unica tregua nel novembre 2023 che è durata una settimana e ha permesso il rilascio di alcuni ostaggi tenuti a Gaza in cambio di prigionieri palestinesi detenuti da Israele. Da allora si sono svolte numerose sessioni di negoziazione senza alcun risultato. Da parte sua Hamas ha fatto sapere di non aver ricevuto alcuna indicazione dal Qatar di lasciare il Paese.
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