Musica
5:00 am, 20 Settembre 24 calendario

Roberto Angelini: «Per Ero, Pier Cortese ed io abbiamo “assunto” Niccolò Fabi»

Di: Patrizia Pertuso
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Non c’è due senza tre. La prima volta fu nel 2012. La seconda, nel 2016. Oggi, la terza. Il ché, tradotto in fatti, vuol dire che Pier Cortese e Roberto Angelini ci hanno preso gusto. Parliamo di Discoverland, il progetto all’interno del quale si inserisce “Ero”, nuovo album del duo accompagnato per l’occasione da Niccolò Fabi. Otto tracce inedite tra l’acustico e l’elettronico che “Bob” Angelini racconta.

Si dice che i “colpevoli” tornano sempre sul luogo del delitto. Voi vi ci siete proprio affezionati…

«Sì, non era nei piani però il bello è anche stravolgerli. Partendo dal desiderio di risuonare un po’ insieme a Pier quando ci siamo messi a ragionare su quello che poteva essere un nuovo capitolo di “Discoverland” ci siamo resi conto che le cover che facevamo 10 anni fa ormai erano diventate una materia comune molto diffusa».

Cominciamo dall’inizio: ci spiega cos’è “Discoverland”?

«È un site project nato dalla voglia di due musicisti cantautori che si incontrano più di una decina di anni fa e decidono di mettersi insieme per creare un progetto che musicalmente potesse reggere in duo, utilizzando il nostro sound e prendendo come materia prima bellissime canzoni scritte da altri».

E così fu per le prime due fasi del progetto. Dopodiché arriva “Ero” che scompagina un po’ le cose.

«Eh sì, diciamo che in questi 10 anni ne sono successe di cose. Oggi la nostra materia prima non sta più nelle canzoni degli altri. Abbiamo deciso di usare quel suono che avevamo all’epoca per metterci alla prova con una scrittura di canzoni nostre, di inediti».

Ero è l’imperfetto del verbo essere. Chi era e chi è Roberto Angelini?

«Quando ho cominciato a suonare ero un ragazzino che sognava di suonare. Nel corso degli anni ho preso tante strade, ho provato tante cose diverse, alcune belle e alcune brutte. Oggi sono quello che avrei desiderato essere quando ero bambino».

Al nuovo Roberto Angelini e, immagino, anche al nuovo Pier Cortese arriva a dar manforte Niccolò Fabi.

«Si scoprirà un Niccolò Fabi inedito, che noi conosciamo bene ma che la gente conosce poco. È un Niccolò Fabi musicista, bassista, percussionista: un uomo con la voglia di divertirsi e di mettersi in gioco. Negli ultimi 10 anni noi lo abbiamo accompagnato nelle sue canzoni.  In questa avventura cambiamo la prospettiva ed è lui che si mette a fare il musicista per noi»

Quindi stavolta i “colpevoli” sono diventati tre. 

«Esattamente».

Il nuovo album si compone di 8 inediti, brani che si avvalgono di una fusione di diversi stili.

«Abbiamo riascoltato i nostri due primi dischi di “Discoverland” e con grande stupore ci siamo resi conto che il suono che c’è in questo disco è un po’ il figlio di quello che c’era negli album precedenti, cambia il fatto che ora facciamo un percorso autoriale. Stavolta abbiamo pensato di creare un concept album quindi un disco con una sorta di filo conduttore che unisce la prima all’ultima canzone con la libertà che ci siamo conquistati. Fondamentalmente ci piaceva fare un viaggio attraverso il nostro gusto e il nostro mondo. Il primo brano (“Attimo dopo attimo”, ndr) è quasi un mantra in cui la voce arriva attraverso un vocoder. Questa prima canzone è una sorta di prologo: ripete sempre le stesse parole perché intraprende un viaggio un po’ surreale nella vita. Arriviamo poi a “Ero” che è la title track: “Ero”, al passato, perché in realtà è una canzone sulla reincarnazione. C’è “Gange” che invece rappresenta il viaggio che abbiamo fatto con Niccolò in India nel dicembre dell’anno scorso».

E da quel viaggio non vi siete più ripresi…

«No, probabilmente è proprio così visto che poi abbiamo raccontato il paradosso dell’esistenza rischiando di toccare temi delicati come con “Terza età”: senza voler fare una canzone per le case di riposo abbiamo raccontato la contraddizione che nasce quando cresci e, da una parte ti si aprono visioni diverse, ma dall’altra ti accorgi che il tuo corpo non è più all’altezza delle immagini che vede. È l’unico pezzo in cui Niccolò canta».

Anche “Karmatango” è figlio di quel viaggio in India?

«È il karma, raccontato con estrema ironia».

In “Siren” sembra si faccia riferimento alle sirene di Ulisse, è così?

«Esattamente. In “Siren” ci sono tante voci che raccontano un diverso modo di rispondere a cosa c’è dopo la vita. È l’ultimo brano, quello che chiude l’album e chiude il cerchio. Abbiamo cercato di rendere un racconto che si sviluppasse dalla prima all’ultima canzone. Ci piaceva metterci alla prova con una cosa che si faceva un po di anni fa, il famoso concept album. Una roba che oggi è desueta come Tuttocittà. Credo che, arrivati a un certo punto, abbiamo il dovere di fare cose di questo tipo, in libertà, per far capire a chi è più giovane che esiste la possibilità di un percorso differente da quello dell’autostrada della musica che ti viene fatta percorrere oggi».

A quale autostrada si riferisce?

«Al fatto che se oggi hai vent’anni e vuoi fare musica pensi che ci siano alcune strade facili per arrivarci. Invece ne esistono tante: noi abbiamo il compito e il dovere di dimostrare che si può fare musica anche tra amici, divertendosi».

Non mi faccia il diplomatico. Quali sono le strade facili per fare musica?

«Oggi ci sono i talent, c’è questa ossessione social quasi a livello globale di dover fare delle canzoni dalle quali si possano poi estrapolare 12 secondi per fare il balletto su Tik Tok, c’è un suono molto omologato e quindi qualsiasi cosa che percorra una strada diversa pianta un seme per la generazione futura».

Oggi si fa un grande uso dell’autotune. Che ne pensa?

«L’autotune è un effetto che viene messo a disposizione delle persone. Lo si può usare bene o male esattamente come i social. Non va massacrato l’autotune, ne va massacrato il suo abuso».

Parliamo del tour al via il 3 ottobre dalla Santeria a Milano, già due date aggiunte una a Napoli, il 17 ottobre, e una a Foggia il 18, e poi via fino al 28 novembre: Bologna, Roma, Perugia, Torino, tanto per citarne alcune.

«Saranno due mesi unici con la partecipazione di Niccolò che esisterà solo per questi due mesi. Poi, ognuno riprenderà le sue strade. Niccolò tornerà a fare le sue cose e noi proseguiremo il progetto di “Discoverland” così come era nato, in duo».

Per un attimo ho pensato che voleste tornare in India tutti e tre.

«Con i mal di pancia che abbiamo avuto, non so se ci va di tornare… L’India è un’esperienza molto forte».

Torniamo al tour. Come sarà?

«Lo stiamo preparando, ci saranno un sacco di sorpresine».

Quali?

«Eh, se glielo dico non sono più sorprese…»

Ce ne dica almeno una.

«Le dirò solo che i concerti si divideranno in due parti: nella prima ripercorreremo questo disco e nella seconda andremo a rivivere il percorso di “Discoverland” del passato con degli inserimenti particolari. Non le svelerò niente altro, ci lasci le sorprese».

Glielo concedo. State già immaginando il futuro di “Discoverland” oppure ora pensate solo al tour?

«Il futuro di “Discoverland” è comunque suonare, suonare, suonare. Poi magari ci inventeremo un’altra cosa, chiamando un altro amico. Non abbiamo nessun tipo di costrizione: se c’è un’idea si fanno le cose, se non c’è non si fanno.

Quale sarebbe un amico con cui vi piacerebbe lavorare dopo Fabi ?

«Ci stavamo ragionando con Pier proprio ieri, non lo so. Forse qualcuno che ha un linguaggio musicale diverso dal nostro, potrebbe essere un musicista».

Tipo?

«Non lo so, potrebbe essere un jazzista. L’idea era quella di trovare un entusiasmo attraverso cui legare le nostre cose a un altro genere musicale, jazz, rap non so».

Mi è reticente?

«No! Sono pieno di sogni e desideri. Mi piacerebbe collaborare con tanta gente che passa a “Propaganda Live” per esempio e con cui si instaura un rapporto

Confessi, su. Ci dica questo nome.

«Le assicuro che non lo so. Posso fare un salto nel mondo dei sogni e confessarle che potrebbe essere Paolo Fresu o Jane Blake. La collaborazione è la parte più bella di questo viaggio musicale: suoniamo per comunicare, non per vincere».

PATRIZIA PERTUSO

 

 

20 Settembre 2024 ( modificato il 19 Settembre 2024 | 19:29 )
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