Israele
9:24 am, 23 Agosto 24 calendario

MO, riparte la negoziazione al Cairo per un accordo sul cessate il fuoco

Di: Redazione Metronews
condividi

Via strettissima per un accordo tra le parti sul cessate il fuoco a Gaza e il rilascio degli ostaggi. La negoziazione, dopo lo stop dei giorni scorsi a Doha, riprenderanno al Cairo: gli Usa continuano a sostenere che una intesa «è in vista», ma i segnali che arrivano da parte di Israele e di Hamas lasciano pensare che una svolta non è imminente.

A guidare la negoziazione il capo della CIA William Burns

La squadra negoziale israeliana è volata al Cairo ieri sera. Il team, guidato dal capo del Mossad David Barnea, comprende anche il maggiore generale Eliezer Toledano, capo della strategia dello Stato maggiore dell’IDF. Secondo quanto riportato dalla Cnn, a guidare i negoziatori Usa sarà ancora il capo della CIA William Burns, il principale negoziatore americano sulla questione degli ostaggi.

Disaccordo tra il team israeliano e Netanyhau

Ma il team israeliano sarebbe in disaccordo con Benjamin Netanyahu sulla conduzione delle trattative per raggiungere un accordo a Gaza, scrive la stampa israeliana. Netanyahu negli ultimi giorni avrebbe riferito a esponenti politici che il team negoziale è debole e cerca costantemente di scendere a compromessi nei colloqui, mentre lui è «da solo» nel tentativo di proteggere le esigenze di sicurezza di Israele, ha riferito Channel 12. Da quanto trapela Netanyahu ha ripetutamente rimproverato i negoziatori faccia a faccia per la loro apparente debolezza e ora sta condividendo queste critiche con gli interlocutori politici.

Punto cruciale è la zona di confine tra Gaza e Egitto

Punto cruciale è se l’Idf continuerà a tenere la zona di confine tra Gaza e Egitto in caso di accordo. Netanyahu insiste sul fatto che una presenza israeliana sul Corridoio di Filadelfia è fondamentale per impedire ad Hamas di riarmarsi, mentre Hamas afferma che le forze israeliane devono ritirarsi completamente.

Le fonti citate dai media israeliani affermano che Hamas è particolarmente preoccupata per l’ultima richiesta di mantenere le truppe dispiegate lungo il corridoio Netzarim, una striscia est-ovest liberata da Israele durante l’attuale guerra, che impedisce ai palestinesi di muoversi liberamente tra il nord e il sud di Gaza, nonché nella stretta striscia di confine tra Gaza e l’Egitto.

Per Hamas Israele ha cambiato le sue condizioni «all’ultimo minuto»

Hamas ritiene che Israele abbia cambiato le sue condizioni e parametri «all’ultimo minuto» e teme che qualsiasi concessione possa essere accolta da ulteriori richieste, ha detto a Reuters una delle fonti, vicina ai colloqui.

Netanyahu ha inviato al Cairo mappe che mostrano un dispiegamento ridotto

Secondo Channel 12, Netanyahu ha inviato i negoziatori israeliani al Cairo con mappe aggiornate che mostrano un dispiegamento ridotto delle Idf lungo il corridoio di Filadelfia. La questione ora è se l’ultima posizione di Netanyahu sarà sufficiente perchè l’Egitto spinga Hamas ad accettare un accordo, aggiungono i media di Israele.

Il sì di Hamas alle forze internazionali sul “corridoio di Filadelfia” e Netzarim

Sempre secondo Channel 12 che cita fonti egiziane, Hamas sarebbe pronta a prendere in considerazione un accordo in base al quale le forze internazionali vengano schierate sia nel corridoio di Filadelfia che nel corridoio di Netzarim, che separa il sud della Striscia dal nord.

L’Egitto respinge la presenza di truppe israeliane sul corridoio

L’Egitto è pronto ad adottare maggiori misure di sicurezza nel corridoio di Filadelfia, ma respinge la presenza di truppe israeliane. Il quotidiano qatariota Al-Araby Al-Jadeed scrive che la delegazione israeliana è giunta al Cairo con una nuova proposta che prevederebbe una missione di monitoraggio delle Nazioni Unite dispiegata in modo permanente in diversi punti fissi lungo il confine tra Gaza e l’Egitto.

La proposta dell’Ue nella negoziazione sulla rotta di Filadelfia

L’Unione Europea avrebbe una missione al valico di Rafah insieme all’Autorità Nazionale Palestinese, secondo il piano. Le truppe dell’Idf si ritirerebbero gradualmente dal confine, afferma il rapporto. Ma l’ufficio di Netanyahu smentisce le indiscrezioni: «Il primo ministro Netanyahu insiste sul principio che Israele controllerà la rotta di Filadelfia, per impedire il riarmo di Hamas, che gli consentirebbe di ripetere le atrocità del 7 ottobre», ha affermato l’ufficio del premier israeliano.

La denuncia dell’Onu: nella Striscia di Gaza solo in agosto sfollati 250 mila abitanti

Le Nazioni Unite dal canto loro denunciano che solo ad agosto sono stati 12 gli ordini di evacuazione e 250 mila abitanti della Striscia di Gaza sono stati costretti a spostarsi ancora una volta dagli ordini di trasferimento delle forze israeliane (Idf), impegnate nell’enclave palestinese in operazioni militari contro Hamas dall’attacco del 7 ottobre dello scorso anno in Israele. Da ottobre il 90% degli abitanti della Striscia ha fatto i conti con gli ordini militari, secondo i dati forniti da Muhannad Hadi, coordinatore umanitario dell’Onu per il processo di pace in Medio Oriente.

Ordini di trasferimento che in media arrivano ogni due giorni e che questa settimana, ha rimarcato, hanno costretto decine di migliaia di civili di quattro aree di Deir al-Balah e Khan Yunis a spostarsi. Le direttive hanno un impatto anche per varie agenzie delle Nazioni Unite e Ong.

Muhannad Hadi: «Costringono le famiglie e fuggire sotto il fuoco»

«Se gli ordini di trasferimento hanno come obiettivo la protezione dei civili, la realtà è che stanno avendo l’effetto opposto: costringono le famiglie a fuggire di nuovo, spesso sotto il fuoco e con le poche cose che possono portare con loro, verso una zona sempre più ridotta, sovraffollata, contaminata, con servizi limitati e non sicura come il resto di Gaza», ha denunciato Muhannad Hadi.

«I civili sono esausti, corrono da un posto all’altro»

«A Deir Al-Balah la fornitura di acqua è diminuita di almeno il 70% a causa del blocco delle pompe idrauliche e degli impianti di desalinizzazione – ha aggiunto Muhannad Hadi -. Una carenza grave di cloro per la disinfezione dell’acqua, con le riserve che dovrebbero durare ancora un mese, sta alimentando la diffusione di malattie, infezioni della pelle, epatite A e ora anche la poliomielite. I civili sono esausti e terrorizzati, corrono da un posto all’altro. Non può continuare così».

23 Agosto 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo