Milano
4:37 pm, 16 Luglio 24 calendario

Concorsopoli in Statale, condannato l’infettivologo Massimo Galli

Di: Redazione Metronews
condividi

Condannato dal tribunale di Milano a 1 anno e 4 mesi Massimo Galli per falso nel processo sui presunti concorsi pilotati per professori e ricercatori dell’Università Statale di Milano a vantaggio del suo collaboratore Agostino Riva (assolto per non aver commesso il fatto) e svantaggiando il primario del Niguarda, Massimo Puoti.

Galli condannato a 1 anno e 4 mesi per falso nei concorsi pilotati alla Statale

L’infettivologo, ex primario dell’ospedale Sacco in pensione e tra i professori più noti durante la pandemia Covid, è stato invece assolto dalle accuse (alternative) di turbativa d’asta e abuso d’ufficio sui concorsi perché il fatto non sussiste. Le motivazioni saranno rese note nei prossimi 90 giorni.

La condanna riguarda una singola “falsità”, ha sottolineato il collegio in aula, di un singolo verbale del 14 febbraio 2020 nel quale lo stesso Galli, a caldo, ha detto: «Ho dimenticato di correggere una data. Il 14 febbraio 2020 stavo licenziando un lavoro che è stato accettato 4 giorni dopo a una rivista internazionale con la prima datazione sulle sequenze del virus e la penetrazione umana del coronavirus».

Il processo è nato da uno dei filoni dell’inchiesta “concorsopoli”

Il processo è nato da uno dei filoni dell’inchiesta “concorsopoli” dei pm di Milano, Carlo Scalas e Eugenia Baj Macario, sulle presunte selezioni pilotate per posti da professore e ricercatore alla Facoltà di medicina della Statale. La commissione di cui Galli ha fatto parte nel 2020 oltre a essere membro dell’Università interessata dal posto bandito , avrebbe preferito Riva a Puoti con un punteggio di 69,9 contro 67,4. I pubblici ministeri avevano chiesto di condannare il 73enne a 1 anno e 10 mesi e il suo collaboratore Riva a 1 anno e 6 mesi.

La corte, dal canto suo, ha escluso le aggravanti per Galli (pena sospesa), ha assolto Riva “perché il fatto non sussiste” in merito al reato di turbativa d’asta e “per non aver commesso il fatto” per l’accusa di falso.

Per la procura è Galli il “regista dell’operazione”

Per la procura è Galli il “regista dell’operazione” che riguarda un concorso che si è svolto nell’aprile del 2020. Due i candidati che si contendevano il posto: lo stretto collaboratore Agostino Riva, e il collega del Niguarda, Massimo Puoti. Riva, coimputato, ha ottenuto il posto di professore di seconda fascia in Malattie cutanee, infettive e dell’apparato digerente, ma Puoti sarebbe stato svantaggiato, secondo la tesi dell’accusa.

Le intercettazioni telefoniche contro l’infettivologo

Contro Galli ci sarebbero delle intercettazioni telefoniche che dimostrerebbero come il concorso sia stato “calibrato” dall’infettivologo, “presidente della commissione giudicatrice, una persona che sposta gli equilibri all’interno del dipartimento” per favorire Riva con cui ha “uno stretto rapporto fiduciario”. In sostanza, è la tesi sostenuta nella requisitoria, “una selezione vera in questo caso non c’è stata”, ma i criteri valutativi sarebbero stati cuciti addosso ai candidati.

Il curriculum “strutturato” di Puoti, direttore al Niguarda, non basta, ma “andare contro Galli significa andare contro una macchina mediatica, era come andare contro Maradona a Napoli”, le parole usate in aula dal pm Scalas. Accuse che Galli ha sempre respinto e che continua a respingere anche oggi dopo il verdetto.

«Sono finito in questa storia per un’intercettazione di due persone a me ostili in cui mi si attribuiva l’intenzione di falsare concorsi», ha detto Galli dopo la lettura del dispositivo dicendosi sicuro di poter dimostrare la propria innocenza nei gradi successivi di giudizio.

Galli: «Porterò avanti in appello le mie convinzioni, sono sereno»

«È una sentenza, il mio punto di vista è diverso e porterò avanti in appello le mie convinzioni. Sono assolutamente sereno»,  commenta l’infettivologo.

16 Luglio 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo