squali
11:09 pm, 3 Luglio 24 calendario

In arrivo sette podcast sugli squali

Di: Redazione Metronews
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Il 14 luglio è la Giornata Mondiale dello Squalo. Alberto Luca Recchi, esploratore del mare, che nel 1998 ha guidato la prima spedizione al mondo per incontrare in acqua le balene del Mediterraneo e nel 1999 la prima al mondo per incontrare in acqua gli squali del Mediterraneo, in questa occasione lancerà sette podcast sugli squali. I nuovi podcast arricchiscono ancora di più “Un Mare di Storie”, Enciclopedia del Mare che punta ad arrivare a 60 podcast ciascuno di pochi minuti, gratuiti e presenti sulle principali piattaforme.

Sono racconti di avventure vissute nelle sue spedizioni nei mari del mondo. Il mare è l’ambiente naturale più grande e meno conosciuto e gli squali abitanti ignoti che vivono in un mondo ignoto.

Alberto Luca Recchi e gli squali

Alberto Luca Recchi è l’unico italiano ad aver realizzato un libro fotografico per il National Geographic e l’unico italiano invitato a tenere una conferenza all’ Explorers Club di New York, il gotha degli esploratori del mondo. Ha scritto 8 libri, 5 con Piero Angela e Alberto Angela pubblicati anche negli Stati Uniti, Francia e Germania. 

Ha fatto conoscere meraviglie e fragilità del mare con la Mostra Squali che al Palazzo delle Esposizioni di Roma e a Palazzo Reale di Milano ha fatto il record di incassi, con lo show “Squali” che ha debuttato al Sistina (2006) e con lo spettacolo “I Segreti del mare” che ha portato insieme a Piero Angela dal 2019 al 2022 nei teatri Fenice, Arcimboldi, Auditorium. Ha ricevuto tanti premi, tra questi: il Premio Europeo per l’Ambiente, il Tridente d’Oroe ultimo (maggio 2024), il Premio Leonardo,in precedenza dato a Rita Levi Montalcini e Margherita Hack. È stato il primo italiano a filmare in acqua balene e capodogli.

I podcast

Nei podcast Alberto Luca Recchi rivive le sue avventure e disavventure negli Oceani, raccontando gli incontri più emozionanti con squali, balene e altri animali. Dice Recchi: “Gli squali garantiscono la salute del mare, eliminando i pesci deboli o malati e segnalano acque pulite. Se c’è uno squalo, l’acqua non è inquinata. La presenza di una pinna vale più di tante bandierine blu e quando viene avvistato, si dovrebbe fare una festa, non chiudere le acque ai bagnanti. Delle circa 500 specie di squali, tre, per la mia esperienza, sono le più pericolose perché attaccano “a prescindere” e non hanno paura di nulla: il Tigre, il Longimano e il Leuca. Nessuna di queste tre specie vive nel Mediterraneo. Anche lo squalo bianco è temibile, ma da noi è molto raro, io l’ho cercato per sei mesi nel 1999, buttando tonnellate di sangue e pesce in acqua dove era stato visto o catturato, e non l’ho mai incontrato”.

Prosegue Recchi: “La cattiva reputazione degli squali nasce con la strage seguita all’affondamento della corazzata Indianapolis nel ’45 quando l’intero equipaggio morì a causa della disidratazione e degli attacchi degli squali. Poi il romanzo di Benchley “Lo Squalo” e il film del 1975 di Spielberg hanno fatto il resto, trasformandolo lo squalo in un mostro e anche io ho le mie responsabilità: ho filmato e fotografato con artifizi, bocche spalancate, denti e sangue e non ho reso loro un buon servizio. L’ho fatto perché uno squalo che non morde è soporifero e lo spettatore cambia canale. In realtà da quando sono nato non c’è mai stato un attacco letale provato nel Mediterraneo e per me è arrivato il momento del mea culpa: scusate squali”.

3 Luglio 2024 ( modificato il 4 Luglio 2024 | 14:09 )
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