Cinema
12:35 pm, 6 Giugno 24 calendario

Trent’anni fa moriva Massimo Trosi, il “Pulcinella senza maschera”

Di: Redazione Metronews
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Massimo Troisi se n’è andato da trent’anni, ma il suo sorriso e il suo modo di recitare sono ancora tra noi. Nel giugno del 1994, poche ore dopo aver ultimato le riprese de “Il Postino”, uno dei suoi capolavori, è morto a 41 anni per le conseguenze di un attacco cardiaco – conseguente a febbri reumatiche – Massimo Troisi, attore, sceneggiatore, regista, poeta, volto indimenticabile della comicità napoletana al cinema e a teatro a partire dagli anni Settanta.

Era a casa di sua sorella Annamaria a Ostia, quando quegli occhi che hanno saputo emozionare interpretando personaggi intensi come Mario Ruoppolo ne “Il postino”, passarono dal sonno alla morte.

L’esordio di Massimo Troisi con Lello Arena e Enzo Decaro

Soprannominato “il comico dei sentimenti” o il “Pulcinella senza maschera”, l’artista di San Giorgio a Cremano, considerato uno degli eredi di Eduardo De Filippo e Totò, ha iniziato la sua carriera con gli amici Lello Arena ed Enzo Decaro del gruppo “I Saraceni”, divenuto poi “La Smorfia”  con cui debuttò al Sancarluccio di Napoli nel 1977.

“Ricomincio da tre” , il primo dei dodici film di Massimo Troisi

Il successo immediato gli spalancò presto le porte del cinema, con “Ricomincio da tre” del 1981, film che lo ha consacrato subito tra i grandi dell’epoca e che lo porterà a dedicarsi quasi esclusivamente al grande schermo, interpretando dodici film, di cui cinque diretti come regista.

Massimo Troisi inaugurò un nuovo modo di fare cinema, che attribuiva la stessa importanza alla gestualità e alla parola, attraverso la quale – anche grazie al suo accento – riusciva a dare spessore sia a ruoli comici che a quelli drammatici, unendo romanticismo e malinconia, battute di spirito a spunti di riflessione.

Raccontando se stesso, spesso con taglio auto ironico, l’attore e regista descriveva la società italiana di quegli anni, in particolare quella napoletana, che tentava di risollevarsi dopo il terremoto in Irpinia del 1980.

Il successo di “Scusate il ritardo” e “Non ci resta con piangere”

Dopo il successo di “Ricomincio da tre” – che vinse due David di Donatello, tre Nastri d’argento e due Globi d’oro – arrivarono quelli di “Scusate il ritardo”  (1983) e, soprattutto di “Non ci resta che piangere” (1984), diretto e interpretato con l’amico Roberto Benigni e diventato un vero e proprio cult.

Da “Le vie del Signore sono finite” a “Pensavo fosse amore”

Nel 1987 interpretò e girò “Le vie del Signore sono finite”, ambientato durante il periodo fascista, film che segnò un passaggio importante nella sua evoluzione artistica.

L’ultimo film che Troisi scrisse, diresse ed interpretò fu “Pensavo fosse amore…invece era un calesse” del 1991, con Francesca Neri e Marco Messeri.

La collaborazione di Massimo Troisi con Scola e Mastroianni in “Che ora è”

Troisi collaborò anche con Ettore Scola e con Marcello Mastroianni, con cui instaurò un rapporto non solo lavorativo. I due ottennero una Coppa Volpi ex aequo alla Mostra del Cinema di Venezia per l’interpretazione del film “Che ora è”, basato sul conflitto generazionale tra padre e figlio.

Per il suo ultimo film, “Il Postino”, fece riscorso a una controfigura

Affetto da gravi problemi di cuore fin da bambino, l’ultimo lavoro dell’attore e regista napoletano fu “Il postino”, girato con grandi difficoltà a causa delle condizioni fisiche dell’artista tra Cinecittà e le isole di Salina e Procida. Nelle scene più faticose decise di farsi sostituire da una controfigura. Finché il suo cuore smise di battere dopo l’ultimo ciack al film.

La pellicola ottenne un grande successo, anche negli Usa, ricevendo la candidatura a cinque premi Oscar, compresa quella di miglior attore a Troisi, l’antieroe dalla battuta pronta e lo sguardo profondo che l’Italia non ha mai dimenticato.

 

 

 

6 Giugno 2024
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