edilizia
5:49 pm, 12 Marzo 24 calendario

Via libera del Parlamento europeo alla direttiva sulle “case green”

Di: Redazione Metronews
Parlamento europeo case green
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Il Parlamento europeo ha approvato in via definitiva la direttiva sull’efficientamento energetico degli edifici, la cosiddetta “case green”. Il provvedimento è passato con 370 voti a favore, 199 contrari e 46 astenuti. Le forze politiche italiane di maggioranza hanno votato contro, mentre quelle di opposizione si sono espresse a favore. A livello di gruppi, S&d (Pd), Renew e Verdi hanno detto sì; il Ppe si è diviso (con la delegazione di Forza Italia – e non solo – che ha votato no). Contrari in modo compatto i gruppi Ecr (di cui fa parte Fdi) e Id (a cui appartiene la Lega). A favore anche i Cinquestelle che siedono tra i non iscritti.

Parlamento europeo approva le case green

Lo scopo della revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia – spiega una nota del Parlamento europeo – è quello di «ridurre progressivamente le emissioni di gas serra e i consumi energetici nel settore edilizio entro il 2030 e pervenire alla neutralità climatica entro il 2050». Tra gli obiettivi figurano anche la ristrutturazione di un maggior numero di edifici con le prestazioni peggiori e una migliore diffusione delle informazioni sul rendimento energetico. Secondo la nuova normativa, tutti i nuovi edifici dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2030. Inoltre, i nuovi edifici occupati o di proprietà delle autorità pubbliche dovranno essere a emissioni zero a partire dal 2028. Gli Stati membri potranno tenere conto, nel calcolare le emissioni, «del potenziale impatto sul riscaldamento globale del corso del ciclo di vita di un edificio, inclusi la produzione e lo smaltimento dei prodotti da costruzione utilizzati per realizzarlo».

Riduzioni di energia

Per gli edifici residenziali, i Paesi membri dovranno adottare misure per garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e di almeno il 20-22% entro il 2035. In base alla nuova direttiva, gli Stati membri dovranno inoltre ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali con le peggiori prestazioni entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo requisiti minimi di prestazione energetica. Se tecnicamente ed economicamente fattibile, i Paesi membri dovranno garantire l’installazione progressiva di impianti solari negli edifici pubblici e non residenziali, in funzione delle loro dimensioni, e in tutti i nuovi edifici residenziali entro il 2030. Gli Stati membri dovranno spiegare come intendono predisporre misure vincolanti per decarbonizzare i sistemi di riscaldamento eliminando, gradualmente, i combustibili fossili nel riscaldamento e nel raffreddamento entro il 2040. La nuova normativa non si applica agli edifici agricoli e agli edifici storici.

La posizione di Confedilizia

«Ci siamo battuti per due anni per eliminare le parti più pericolose per il risparmio degli italiani: quelle, in particolare, che imponevano rilevanti e costosi interventi su milioni di immobili entro scadenze quasi immediate – ha commentato il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa – rimane però un testo dagli obiettivi finali ben difficilmente realizzabili (emissioni zero nel 2050), che la nuova legislatura europea farebbe bene a ripensare. Dopodichè, un ruolo fondamentale lo avranno i Governi, chiamati a legiferare nei vari Paesi. Quello italiano deve fare i conti con le specificità del nostro patrimonio immobiliare, così come con le specificità di chi lo detiene (piccoli proprietari, spesso in condominio). Occorre pensare a una distribuzione equilibrata nel tempo degli interventi e ad adeguate misure economiche e fiscali di sostegno. Il tutto, senza dimenticare che il nostro territorio ha una priorità che a Bruxelles non scalda i cuori quanto il green: quella del miglioramento sismico degli edifici». Il segretario leghista Matteo Salvini parla di «ennesima follia europea».

12 Marzo 2024
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