Martina Avogadri
11:01 pm, 11 Gennaio 24 calendario
3 minuti di lettura lettura

Martina Avogadri: “Con Jean Reno in Lift, una danza a due”

Di: Orietta Cicchinelli
Martina Avogadri
condividi

Martina Avogadri è l’unica attrice italiana nel cast del film Lift in uscita su Netflix dal 12 gennaio, con Jean Reno. La regia è di F. Gary Gray. Bergamasca di nascita, milanese d’adozione, si divide tra l’Italia e Londra dove ha una compagnia di produzione che si prepara a debuttare con un lungometraggio.

Il ruolo di Martina Avogadri in Lift

«Il mio personaggio si chiama Leviathan Leader ed è il capo di un gruppo internazionale di hacker (chiamato Leviathan) e conosciuto nel mondo criminale per le potenti connessioni e la sua brutalità, apparentemente senza remore né limiti. Leviathan ha una grossa rete di devoti collaboratori e assistenti e il raggio d’azione delle sue operazioni è globale. Per questo Jorgensen, l’antagonista assoluto del film interpretato da Jean Reno, ricorre al suo aiuto per la riuscita del proprio piano criminale. Ma Leviathan Leader non è disponibile a pagare le conseguenze della cattiva organizzazione di Jorgensen e dei suoi collaboratori e ha sufficienti assi nella manica per minacciare l’incolumità di Jorgensen e le sue finanze…».

Martina Avogadri
Jean Reno e Avogadri in Lift su Netflix

E com’è stato lavorare con un mostro sacro come Jean Reno?
«Lui è un artista generoso e divertentissimo: lavorare accanto a lui significa avere la possibilità di elevarsi professionalmente. Jean ha una presenza scenica magnetica. Cattura lo schermo e comanda lo spazio con maestria. La sua enorme esperienza è palpabile, ma Jean Reno porta con sé anche la leggerezza e l’eleganza di un artista che rispetta il proprio lavoro profondamente e che è innamorato di questo “gioco”. E come tutti i grandi, è un attore che si dà, che crea spazio per il partner di scena e che invita a una danza veramente a due. È il primo ad arrivare sul set ed è sempre stato presente anche quando la camera era puntata su di me. È sempre stato lui a darmi le battute. Può sembrare scontato, ma non lo è, quindi sono molto grata di aver davvero avuto la possibilità di stare in scena con lui».

Un aneddoto?
«Penso fosse il secondo giorno di set e una signora in lontananza mi vede e comincia a correre verso di me. Man mano che si avvicina intravedo chiara emozione nei suoi occhi e una volta raggiuntami, mi guarda trattenendo le lacrime, estrae il cellulare dalla tasca, mi abbraccia e comincia un video in cui mi prega di salutare il figlio Miguel, che a detta sua ‘mi ama molto’. Io provo per qualche minuto a spiegare alla signora -invano!- che deve avermi confusa con qualcun’altro, ma la signora non vuole sentire scuse e nemmeno per un secondo contempla la possibilità di aver mancato il bersaglio. Quindi, saluto Miguel in video e la signora mi ringrazia e se ne va soddisfatta. Ad oggi, non ho la minima idea di chi pensava che io fossi! Ma mi auguro che questo sia di buon auspicio per me!».

Fare l’attrice

«Inizialmente volevo fare la pallavolista, ma non ero sufficientemente brava per rendere la carriera atletica sostenibile. Ho incontrato il teatro nei primi anni a Milano, mentre studiavo filosofia in università. Mi sono innamorata della recitazione seguendo i primi spettacoli di Emma Dante a Milano. Ho trovato quello che cercavo da tempo, ovvero la possibilità di abitare altre prospettive e di aprirmi all’altro da me, letteralmente facendo esperienza del mondo attraverso gli occhi di un’altra persona (personaggio). Ho studiato, fatto i provini per le accademie e ho cominciato il mio percorso di formazione e di innamoramento di questo mestiere alla Scuola Civica d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano. E ne sono felicissima».

E quale ruolo le piacerebbe interpretare?
«In generale amo personaggi psicologicamente complessi e anche estremi, che mi danno la possibilità di esplorare contraddizioni e di attraversare molti stati emotivi diversi. Non vedo l’ora che esca nei cinema l’ultimo film di Lanthimos “Poor Things”. Posso dire che avendo visto il trailer, il personaggio interpretato da Emma Stone è un sogno per un’attrice come me».

Accanto a chi o diretta da chi?
«Diretta da: Yorgos Lanthimos, Ari Aster, Todd Field, giusto per nominarne alcuni. Mi piacerebbe lavorare ancora anche con F. Gary Gray! Accanto a (sognando in grande): Charlotte Gainsbourg, Emma Stone, Léa Seydoux, Sam Rockwell, Cate Blanchett, Rosamund Pike, ma la lista è davvero infinita».

Progetti prossimi?

«A breve sarà completa la post-produzione del lungometraggio di debutto della mia compagnia di produzione qui in Inghilterra (Aberrant Gene Films). Si tratta di un film che ho coprodotto e di cui sono protagonista, il cui titolo è “Omio”. È una produzione inglese, ma girata in Italia, in linea con il mio desiderio di ricreare un ponte con il mio paese. Si tratta di un film vivo, crudo e spero “difficile”, in cui nessuno si risparmia e che non risparmia. Si tratta di un lavoro molto personale e che mi sta molto a cuore e, sinceramente, non vedo l’ora di condividerlo con il mondo e di portarlo ai festival! Ho anche alcuni progetti in attesa di conferma, grazie alla dedizione e al lavoro della mia agenzia DBA, di cui spero di poter parlare molto presto!».

11 Gennaio 2024
© RIPRODUZIONE RISERVATA