Napoleon
11:49 am, 18 Novembre 23 calendario
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Napoleon “perfect ridicule” per Ridley Scott

Di: Orietta Cicchinelli
Napoleon
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Napoleon di Ridley Scott, in sala dal 23 novembre, è un film sicuramente spiazzante e a tratti anche irritante. Non è un film storico su Bonaparte e la sua grandeur, anzi, ne mette in ridicolo tutti (ma proprio tutti) i difetti. Veri e presunti o immaginati.

Ridley Scott e il suo Napoleon con J. Phoenix superlativo

Si direbbe che Ridley, da perfetto regista inglese si sia divertito (e parecchio) a fare un dispetto ai francesi. Eh sì, se prende l’eroe nazionale che della “grandeur” è il primo motore e lo porta sullo schermo come fa Ridley Scott con Joaquin Phoenix! Nel film non v’è traccia dell’uomo dagli occhi di ghiaccio che affascinò mezza Europa (e l’altra metà la terrorizzò). Né del condottiero capace di parlare ai suoi soldati e incitarli con i suoi memorabili discorsi. E non v’è traccia del militare appassionato di arte e cultura che portò con sé in Egitto i più importanti archeologi e linguisti dell’epoca. Dell’imperatore che saccheggiò le opere d’arte dei Paesi conquistati per arricchire la Francia.

In pratica non v’è traccia neppure l’uomo in grado di portare con sé morte e distruzione, insieme a un vento di libertà nato con la Rivoluzione francese cambiando per sempre il mondo occidentale.

Napoleone non “fu vera gloria” per Ridley

Il suo Napoleone è un ometto torvo e con lo sguardo fisso, che ogni tanto sembra anche un po’ mentalmente disturbto. Un semplice individuo succube della donna che ama, Josephine de Beauharnais (Vanessa Kirby) che lo tradisce sotto gli occhi del mondo.

Insomma, un ometto anche se padrone del mondo. «L’uomo che abbiamo visto conquistare il trono d’Europa, il genio della tattica, si trasforma in un piccolo uomo indifeso. Completamente innamorato della donna che gli sta accanto sul divano e che ammette di non essere nulla senza di lei», spiega lo stesso Ridley Scott che ha fatto il film puntando molto sulle sue lettere all’amata .

«Sono comicamente sgarbate e infantili, eccessivamente romantiche e anche piuttosto sporche. Era assolutamente incantato da lei. E dopo che si separarono per l’ultima volta, lei non le lesse mai. Quando morì, erano tutti in un cassetto del suo comodino», continua il regista.

Se la storia di Napoleone diventa marginale

In poco più di due ore e mezzo di film (la cui versione estesa supera le 4 ore) Scott ripercorre senza approfondire e dando molto per scontato, la storia di Napoleone dal 1789. Ovvero dalla Rivoluzione francese del 14 luglio fino al 1821 quando l’ex imperatore morì a Sant’Elena.

Un volo in cui inserisce elementi di storia alternandoli ad altri di fantasia. Il regista ben racconta e con una discreta fedeltà le battaglie di Tolone, Austerlitz e Waterloo o l’incoronazione a Notre Dame. E anche altre meno note: Napoleone e Giuseppina, di 6 anni più grande, diedero una diversa data di nascita al cittadino che li sposò (dissero di avere entrambi 28 anni, mentre lui ne aveva 27 e lei 33).

Scott, inoltre, si prende delle licenze storiche che fanno saltare sulla sedia chi di Napoleone sa. La presenza del giovane Bonaparte davanti al patibolo di Maria Antonietta, per esempio. Il colpo di cannone sulle piramidi (assurdo per un amante dell’arte come Napoleone). E, ancora, la presenza del figlio illegittimo che vorrebbe far passare per suo e di Giuseppina. Per non parlare, poi, dela campagna di Russia che non si conclude con la decisiva (per il destino di Napoleone) sconfitta nella “battaglia delle nazioni” a Lipsia del 1813. Come la fuga dall’esilio dell’isola d’Elba e il rientro a casa di Giuseppina appena morta (quando invece era scomparsa da 7 mesi).

Il Ridley e il Gladiatore

Comunque disattenzioni veniali rispetto al capolavoro di Scott del 2000, Il Gladiatore (5 premi Oscar) in cui il regista riscrive la storia di Roma facendo morire l’imperatore Commodo per mano di un ex generale diventato gladiatore che ristabilisce la repubblica. Una licenza che pubblico e critica gli hanno ampiamente perdonato perché il film era avvincente. L’attore bravo e affascinante (Russell Crowe, premiato con l’Oscar). E anche la trama funzionava perfettamente utilizzando tutti i canoni del film d’avventura e c’erano tante frasi a effetto (come “al mio cenno, scatenate l’inferno!”).

In Napoleon però non si riscrive la storia, quindi, ma il personaggio di Bonaparte. Lo stesso Joaquin Phoenix spiega che «Ridley Scott ha portato sullo schermo la sua idea di Napoleone». Solo l’idea di esplorare la psicologia del personaggio di Napoleone.

Le battaglie ben fatte, ma il personaggio…

Restano del film le immagini delle battaglie (al computer), la ricostruzione storica della Parigi della Rivoluzione, degli ambienti aristocratici e delle dimore dell’epoca. Resta forse la storia di un amore un po’ tossico. Un rapporto intimo su cui Scott vorrebbe basare il suo Napoleon… ma è poco coinvolgente e a tratti irritante.

L’ultima opera dell’85enne regista britannico, costata oltre 200 milioni di dollari è spiazzante. Chi si aspetta un nuovo Gladiatore resta deluso. Così come chi pensa di trovare sullo schermo il mito storico di Napoleone. Scott fa il film che (forse) voleva fare, parlando di Napoleone come lo immagina lui. Nessuna frase a effetto del tipo: “Soldati, considerate che dall’alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano”. O quelle con cui si mette da solo in testa la corona: “Dio me l’ha data, guai a chi la tocca”.Il suo

Napoleone-Phoenix dista anni luce dall’eroe Massimo Decimo Meridio del Gladiatore.

18 Novembre 2023 ( modificato il 20 Novembre 2023 | 10:51 )
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