Pogba, ora sono guai seri: positivo anche alle controanalisi

Paul Pogba è nei guai seri, adesso. Le controanalisi effettuate oggi a Roma hanno confermato la positività al testosterone del calciatore Paul Pogba. Le controanalisi dopo il presunto caso di doping  sono state effettuate oggi presso il laboratorio che si trova all’interno del Centro di Preparazione olimpica dell’Acqua Acetosa a Roma. Pogba, 30 anni, nazionale francese, centrocampista della Juventus, era stato sospeso cautelarmente l’11 settembre scorso dal Tribunale nazionale antidoping dopo essere stato trovato positivo al testosterone al termine della partita di serie A tra Udinese e Juventus disputata il 20 agosto.

Pogba positivo alle controanalisi

Il laboratorio dell’Acqua Acetosa è molto considerato a livello di credibilità in ambito mondiale. Ora il Tribunale dovrà convocare il giocatore della Juve ed esprimersi nel merito. Pogba rischia una squalifica fino a quattro anni. Solo nel caso riuscisse a dimostrare di aver assunto il prodotto contenente la sostanza vietata dal Codice antidoping, la pena potrebbe essere ridotta.

«Della positività anche delle controanalisi non lo sapevo – ha detto l’allenatore della Juventus Massimiliano Allegri in conferenza stampa alla vigilia del derby di Torino -. Umanamente mi dispiace per Paul. Aspettiamo comunque i risultati ufficiali».

In caso si arrivi a squalifica, invece, l’ipotesi più concreta sarebbe quella della rescissione del contratto, che è naturalmente in scadenza a giugno 2026. La Juventus potrebbe così risparmiare diversi milioni. Ma davvero tanti, ed i dirigenti bianconeri avranno certamente già pensato a questa eventualità. Pogba, infatti, ne guadagna 8 netti a stagione, di milioni, e pesa sul bilancio del club poco più di 11. Moltiplicato per i 3 anni che restano, meno la parte di stipendio pagata finora nella stagione in corso, ecco che la Juventus cancellerebbe dal bilancio una voce che nel prossimo triennio peserebbe più di 30 milioni. Non esattamente una bazzecola.

C’è anche la possibilità che alla fine si arrivi a un patteggiamento. Cioè con una proposta di sanzione e uno sconto non superiore al 50% della richiesta della Procura. In caso, per esempio, la richiesta fosse di 2 anni, la squalifica potrebbe essere di 12 mesi.