Sudafrica
12:06 pm, 24 Agosto 23 calendario

Nei Brics entrano altri sei Paesi tra cui Iran e Arabia Saudita

Di: Redazione Metronews
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Si allarga il gruppo dei Brics, composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica, con l’ingresso di altri sei Paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. “Abbiamo deciso di invitare la Repubblica Argentina, la Repubblica Araba d’Egitto, la Repubblica Federale Democratica dell’Etiopia, la Repubblica Islamica dell’Iran, il Regno dell’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti a diventare membri a pieno titolo dei Brics dal primo gennaio 2024”, ha annunciato il presidente sudafricano Cyril Ramaphosa.

“I Brics – ha ricordato Ramaphosa – sono un gruppo eterogeneo di nazioni. Si tratta di un partenariato paritario tra paesi che hanno punti di vista diversi ma una visione condivisa per un mondo migliore. Come cinque membri dei Brics, abbiamo raggiunto un accordo sui principi guida, gli standard, i criteri e le procedure del processo di espansione” del gruppo delle economie emergenti. “Abbiamo raggiunto un consenso sulla prima fase di questo processo di espansione”, ha sottolineato.

Lavrov: “L’associazione non cambierà nome, nessuna moneta unica”

I membri del Brics manterrano il nome dell’associazione anche dopo l’ampliamento del numero dei partecipanti. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, citato dall’agenzia Ria Novosti.
“Il nome è già diventato un marchio. Nessuno dei nuovi arrivati nelle file dei Brics ha suggerito il contrario”, ha detto Lavrov in una conferenza stampa dopo il vertice dell’organizzazione in Sud Africa .
Per Lavrov, mantenere il nome «sottolineerà la continuità di tutto il nostro lavoro».

L’abbreviazione Brics è formata dalle prime lettere dei nomi dei cinque Paesi membri: Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. In seguito al vertice di Johannesburg, gli Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, l’Iran, l’Argentina, l’Egitto e l’Etiopia hanno ricevuto un invito ufficiale ad aderire al blocco. La loro piena adesione inizierà il 1 gennaio 2024.

“Non si parla più della moneta unica Brics adesso – prosegue Lavrov -. I Paesi membri vogliono trovare modi per garantire progetti commerciali ed economici reciproci in un modo che non dipenda da un sistema controllato dagli Stati Uniti e dai suoi alleati».

Per Lavrov – scrive la Tass – “l’Occidente ha dimostrato la sua volontà di abusare attivamente del suo status di emittente di valute di riserva per raggiungere obiettivi politici in violazione di tutte le regole del libero mercato, del commercio internazionale e dell’Organizzazione mondiale del commercio. I Brics intendono adottare misure per facilitare l’uso delle valute nazionali, ma, soprattutto, per creare un sistema di pagamento alternativo”.

I ministri delle Finanze dei Brics formeranno un gruppo per il prossimo vertice di Kazan sulla creazione di un sistema di pagamento alternativo.

La seconda espansione dei Brics: nella prima era entrato il Sudafrica

È la seconda volta che i Brics decidono di espandersi. Il blocco è stato formato nel 2009 da Brasile, Russia, India e Cina. Nel 2010 si è aggiunto il Sudafrica. Il blocco Brics rappresenta circa il 40% della popolazione mondiale e contribuisce per oltre un quarto al Pil globale. Presenti a Johannesbrug, dove si svolge il summit, all’annuncio di Ramaphosa, il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, il primo ministro indiano Narendra Modi e il presidente cinese Xi Jinping, e per la Russia il ministro degli Esteri, Sergej Lavrov. Il presidente russo Vladimir Putin partecipa al vertice in videoconferenza, dopo che la Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti a marzo.

L’intervento di Vladimir Putin ai Brics

“Voglio sottolineare – ha detto Putin secondo quanto riportato da Ria Novosti – che i Brics non competono con nessuno, non si oppongono a nessuno, ma è anche ovvio che questo processo oggettivo, il processo di creazione di un nuovo ordine mondiale, ha ancora oppositori inconciliabili che cercano di rallentare questo processo, per frenare la formazione di nuovi centri indipendenti di sviluppo e influenza nel mondo. I paesi del cosiddetto ‘miliardo d’oro’ stanno facendo di tutto per preservare il vecchio mondo unipolare, gli fa comodo, è vantaggioso per loro”. Il presidente russo ha poi osservato che i paesi Brics sostengono la formazione di un ordine mondiale multipolare e la preservazione della diversità dei confini culturali nazionali.

Il commento di Jamshidi all’ammissione dell’Iran

“La Repubblica Islamica dell’Iran è diventata un membro dei Brics. La piena adesione al gruppo delle economie emergenti del mondo è uno sviluppo di portata storica e una conquista strategica per la politica estera della Repubblica islamica”. Lo scrive su X (ex Twitter) Mohammad Jamshidi, vice capo dello staff per gli affari politici della presidenza iraniana, confermando ufficialmente la piena adesione di Teheran al gruppo delle economie emergenti.

Gli Emirati arabi pronti ad un impegno di cooperazione

In un messaggio su X, il leader degli Emirati Arabi Uniti, lo sceicco Mohammed bin Zayed Al Nahyan, ha accolto con favore l’annuncio dei Brics di includere il Paese in “questo importante gruppo. Attendiamo con impazienza un impegno continua di cooperazione per la prosperità, la dignità e il beneficio di tutte le nazioni e le persone in tutto il mondo”, ha aggiunto.

L’espansione dei membri Brics per la Cina è un evento “storico”

La decisione, con l’ingresso di sei nuovi Paesi, di “espandere il numero dei membri” del gruppo dei Brics è un evento “storico” e “mostra la determinazione dei paesi Brics per l’unità e lo sviluppo”. Lo dice il leader cinese Xi Jinping dopo l’annuncio, avvenuto durante il summit in corso a Johannesburg, dell’ingresso a partire da gennaio di sei nuovi Paesi: Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.

La presenza di Iran, Arabia Saudita e Emirati arabi

La presenza di Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti nella stessa organizzazione economica o politica sarebbe stata impensabile negli ultimi anni, a causa delle crescenti tensioni a seguito del crollo dell’accordo sul nucleare di Teheran del 2015 e di una serie di attacchi attribuiti al Paese da allora. Ma gli Emirati Arabi Uniti sono stati i primi a impegnarsi nuovamente a livello diplomatico con l’Iran e a marzo i due Paesi hanno comunicato di avere raggiunto una distensione nei rapporti con la mediazione cinese.

Sia l’Arabia Saudita che gli Emirati Arabi Uniti hanno mantenuto rapporti con la Russia anche con il conflitto in Ucraina in corso. La Cina dal canto suo ha cercato di stringere relazioni più forti con tutte e tre le nazioni, in particolare con l’Iran, da cui ha iniziato a importare petrolio dopo il crollo dell’accordo nucleare.

La preoccupazione dei paesi Brics per la situazione in Niger

I leader dei paesi Brics (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) hanno espresso preoccupazione per la situazione in Niger. Lo riporta Ria Novosti citando la dichiarazione finale del vertice Brics di Johannesburg. “Restiamo preoccupati per la situazione nella regione del Sahel , soprattutto in Niger”, si legge nella dichiarazione finale. Un colpo di stato in Niger ha portato alla rimozione del presidente eletto Mohamed Bazoum.

Dal canto suo, Emmanuel Macron sollecita il ritorno alla democrazia in Niger, il “ripristino dell’ordine costituzionale” e il rilascio del Presidente deposto, Mohamed Bazoum. “Vogliamo essere chiari: il golpe è contro la democrazia nel Niger. Contro la sua popolazione e contro la lotta al terrorismo”, ha affermato, in una intervista a Le Point.
“Se non fossimo stati coinvolti con le operazioni Serval e Barkhane, senza dubbio il Mali e il Burkina Faso non esisterebbero più, e forse neanche il Niger”, ha aggiunto. “Quando c’è un golpe e quando la lotta al terrorismo non è la priorità di chi è arrivato al potere, la Francia non si sente chiamata a rimanere coinvolta. E questo è drammatico per i Paesi coinvolti”, precisa.

 

 

24 Agosto 2023
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