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4:45 pm, 28 Giugno 23 calendario

L’Italia “spicca” per le frodi sui fondi dell’Unione europea

Di: Redazione Metronews
frodi sui fondi
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L’Italia “spicca” per il dato sulle frodi ai danni dei fondi europei, che supera i due miliardi di euro nel 2002. Lo rileva la Corte dei Conti, nella memoria scritta della procura generale. Lo scorso anno sono “proseguite ed implementate le attività di indagine e la condivisione di elementi informativi, attraverso complesse banche dati, e sono stati conseguiti lusinghieri risultati; in tale ambito, la Procura europea rappresenta una nuova frontiera per una lotta strenua e incisiva alle pervasive frodi in danno dell’Unione europea”. La magistratura contabile sottolinea che il fenomeno è “in continuo aumento anche per l’ammontare delle risorse poste in campo e per le raffinate strategie a capo delle quali vi sono spesso sodalizi di criminalità organizzata”. “Spicca, anche nell’esercizio in esame, il dato particolarmente negativo dell’Italia, che supera i due miliardi complessivi, sia pure superata dal Portogallo”.

L’Italia “spicca” per frodi alla Ue

Nel 2022 “si registra un significativo aumento” delle irregolarità e frodi rilevate nell’accesso dell’Italia ai fondi europei (strutturali): sono stati segnalati 105 casi, in aumento rispetto agli 85 del 2021. Di questi 89 hanno riguardato il Fesr, 14 il Fse, 1 il Feoga. La cifra complessiva passa da 17,7 milioni di euro del 2021 a 23,5 milioni di euro nel 2022, di cui 21,6 milioni relativi al Fesr (nel 2021, pari a 15,5 milioni di euro) e 1,8 milioni relativi al Fse (nel 2021, pari a 2,2 milioni di euro). L’incremento, spiega la magistratura contabile, si presenta in alcune regioni e amministrazioni: Piemonte, Puglia, Toscana, Umbria, Sardegna, Lombardia, ministero delle Imprese e del made in Italy. La Corte dei Conti spiega che per 97 casi sono state attivate procedure amministrative, mentre in 8 sono stati avviati procedimenti giudiziari penali. La spesa pubblica certificata dalla Commissione europea, che corrisponde alla richieste di rimborso delle spese sostenute che vengono presentate dalle amministrazioni titolari di programmi cofinanziati dai fondi strutturali, è stata pari a 35 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 28,6 miliardi del 2021.

La sfrondatura dei progetti

Anche nel 2022, si sono registrate procedure di “decertificazione” dei progetti, per i quali sono emerse irregolarità, in tal modo determinandone l’esclusione diretta dal finanziamento europeo: ciò nella misura di 21,7 milioni di euro, pari al 103,41% dell’ammontare delle irregolarità segnalate (nel 2021 erano stati 16,4 milioni). I dati riportati evidenziano “una significativa crescita dei casi di irregolarità e un saldo negativo tra le somme recuperate e quelle ancora da recuperare”. “Spiccano i dati negativi della regione Calabria, con quasi 8 milioni decertificati e da recuperare, e della Puglia con quasi 6 milioni. Per quanto concerne, invece, le notizie di fatti produttivi di danno a carico delle risorse eurounitarie pervenute alle procure regionali nel 2022, sono state registrate complessivamente 64 segnalazioni, per un ammontare di 13,63 milioni di euro, delle quali 53 provenienti dalla Guardia di finanza, 10 dai Carabinieri e 1 da una procura della Repubblica. Nel 2022, osserva la Corte dei Conti, si è registrata “una serie di interventi di rettifica, che confermano la permanenza neo nostro paese di aree di inefficienza, nonché carenza di adeguati sistemi di controllo interno”. Tali “disfunzioni hanno purtroppo un costo significativo, poiché ad esse conseguono, inevitabilmente, la perdita di risorse e il depotenziamento di risultati ottenuti in sede di negoziati sull’assegnazione dei fondi”.

Critiche alla politica dei condoni

“Gli effetti negativi di una politica fiscale basata su frequenti e reiterati condoni sono molteplici”, come l’attesa di ulteriori condoni e l’adeguamento dei contribuenti onesti al modus operandi dell’Italia. Lo sottolinea la Corte dei Conti, nella memoria scritta della procura generale. “Innanzitutto, in congiunture finanziarie complesse, come quelle che hanno contraddistinto la recente storia dell’Italia, il ricorso ai condoni rischia di sollecitare aspettative di ulteriori condoni futuri, resi necessari proprio dalle medesime difficoltà finanziarie”, osserva la magistratura contabile. Inoltre, il ricorso ai condoni o ad altre forme di sanatoria ”compromette l’efficacia impositiva ordinaria dell’amministrazione finanziaria, la cui attività perde di continuità ed efficienza”, spiega la Corte dei Conti. E ancora, la politica dei condoni “mina alla radice la credibilità del sistema, sottraendo alle imposte il loro significato di strumento democratico di finanziamento della cosa pubblica: premiando proporzionalmente di più chi maggiormente si rende attore di condotte evasive, vengono implicitamente indotti anche i contribuenti onesti ad adeguarsi a tale illegittimo modus operandi”.

28 Giugno 2023
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