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4:22 pm, 21 Giugno 23 calendario

Ultime ore di aria a bordo del piccolo sottomarino scomparso

Di: Redazione Metronews
Ultime ore di aria
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Ultime ore di aria a bordo del “Titan”, il piccolo sottomarino turistico della OceanGate Expeditions scomparso mentre era in viaggio verso i rottami del Titanic. La scorta di ossigeno dovrebbe esaurirsi entro domani mattina tra le 11 e le 12. La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha smorzato gli entusiasmi dopo che si era diffusa la notizia che i sonar avevano registrato un rumore ritmico di colpi presumibilmente provenienti dal sottomarino disperso nell’Atlantico settentrionale. Le autorità di Boston affermano che sono stati sì rilevati rumori sottomarini, ma le successive ricerche «hanno dato esiti negativi». Un aereo canadese che assisteva alle operazioni di ricerca aveva effettivamente «rilevato rumori sottomarini nell’area di ricerca» e di conseguenza le operazioni sono state concentrate nel tentativo di esplorare l’origine dei rumori. «Queste ricerche hanno prodotto risultati negativi anche se continuano», si legge in un tweet della Guardia Costiera.

In arrivo robot che scende a 6.000 metri

Per aiutare nelle ricerche è atteso l’arrivo della nave francese Atalante, con un robot che può raggiungere i seimila metri di profondità. Victor 6000 ha bracci meccanici che possono essere controllati da remoto per tagliare cavi o compiere altre manovre. Il robot «non è in grado di sollevare il sottomarino da solo» ma può aiutare ad agganciarlo a una nave, ha spiegato Olivier Lefort, il capo delle operazioni navali dell’Istituto francese di ricerca per lo sfruttamento del mare (Ifremer). «Non sappiamo cosa sia successo. I rumori che si sono sentiti ci fanno sperare che il sottomarino sia sul fondo del mare e che le persone siano ancora vive, ma sono possibili altri scenari. Anche se la speranza è scarsa, non ci fermeremo», ha assicurato.

Ultime ore di aria

I soccorritori che cercano di trovare il sommergibile delle dimensioni di un’orca scomparso mentre si dirigeva verso il relitto del Titanic si trovano ad affrontare un compito gigantesco che metterà alla prova i limiti del know-how tecnico. Squadre di tutto il mondo hanno ingaggiato una corsa contro il tempo per localizzare il “Titan” e il suo equipaggio di cinque persone prima che l’ossigeno si esaurisca. Ma setacciare un’area di 20.000 chilometri quadrati del Nord Atlantico a una profondità di quasi quattro chilometri non è facile. «C’è buio pesto laggiù. Fa un freddo gelido. Il fondale è fangoso ed è ondulato. Non riesci nemmeno a vederti la mano davanti alla faccia», ha detto l’esperto di Titanic Tim Maltin a NBC News Now, «sembra di essere un po’ come essere un astronauta nello spazio».

Una missione considerata “disperata”

Il sommergibile lungo sei metri e mezzo trasportava tre passeggeri a pagamento quando è scomparso domenica: il miliardario britannico Hamish Harding, il magnate pakistano Shahzada Dawood e il figlio di Dawood, Suleman. A bordo ci sono anche il Ceo della compagnia Stockton Rush e l’operatore sottomarino francese Paul-Henri Nargeolet, soprannominato «Mr Titanic» pere sue frequenti immersioni nel sito. Il capitano della guardia costiera americana Jamie Frederick, a capo delle operazioni di soccorsi, ha ammesso che il compito è ben al di là di ciò che normalmente affronterebbe. «La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha assunto il ruolo di coordinatore della missione di ricerca e soccorso, ma non abbiamo tutte le competenze e le attrezzature necessarie per una ricerca di questo tipo – ha detto – si tratta di uno sforzo di ricerca complesso, che richiede più agenzie con esperienza in materia e attrezzature specializzate». Frederick ha spiegato che i soccorritori stanno usando diversi metodi per setacciare la vasta area in cui il Titan ha perso il contatto con la nave madre, solo due ore dopo aver iniziato l’immersione.

Aerei, radar e veicoli telecomandati

«Gli sforzi di ricerca si sono concentrati sia sulla superficie con velivoli C-130 che cercano a vista e con radar, sia sotto la superficie con P3 per lanciare e monitorare boe sonar», ha aggiunto. Alle ricerche si è unita un’enorme nave posatubi, che ha un veicolo telecomandato che dovrebbe essere dispiegato sull’ultima posizione nota del “Titan”. Jamie Pringle, professore di geoscienze forensi alla Keele University in Gran Bretagna, ha detto che se il mini-sottomarino si fosse posato sul fondo dell’oceano, potrebbe essere molto difficile da individuare. «Il fondo dell’oceano non è piatto; ci sono molte colline e canyon», ha detto Pringle alla NBC. In aggiunta alla sfida c’è l’enorme pressione a quattro chilometri sott’acqua: circa 400 volte quella in superficie. Tali pressioni mettono a dura prova le attrezzature e pochissimi battelli possono sopravvivere a queste profondità. I sottomarini nucleari, ad esempio, operano a soli 300 metri.

21 Giugno 2023 ( modificato il 22 Giugno 2023 | 15:29 )
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