Oceano Atlantico
3:28 pm, 22 Giugno 23 calendario

Titan, i detriti vicino al Titanic. La Marina Usa aveva ascoltato l’implosione

Di: Redazione Metronews
Titanic
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L’implosione del Titan era stata ascoltata: un sistema di rilevamento acustico top secret militare Usa, progettato per individuare i sottomarini nemici, ha rilevato per primo la tragedia del sottomarino, poche ore dopo che il sommergibile aveva iniziato la sua missione. E’ quanto rivela il Wall Street Journal.

La Marina Usa

La Marina Usa si è attivata non appena lo scafo ha perso le comunicazioni. E, poco dopo la sua scomparsa, il sistema ha rilevato un suono che si è sospettato fosse un’implosione vicino al luogo in cui poi sono stati individuati dei detriti. «La Marina degli Stati Uniti ha condotto un’analisi dei dati acustici e ha rilevato un’anomalia compatibile con un’implosione o un’esplosione nelle vicinanze a dove stava operando il sommergibile Titan quando le comunicazioni sono state interrotte», ha detto un alto funzionario al Wsj.

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Il Titan

La Guardia Costiera degli Stati Uniti ha dichiarato di aver trovato il relitto del sommergibile vicino ai resti del Titanic, che si trova a 3.800 metri sotto il livello del mare. L’annuncio ha concluso un’operazione multinazionale di ricerca e salvataggio di quattro giorni, con funzionari che hanno detto ai giornalisti che l’analisi ha mostrato che i detriti trovati sul fondo del mare erano compatibili con l’implosione della camera a pressione del sottomarino. Si presume che i cinque passeggeri del velivolo siano morti, secondo OceanGate Expeditions, che gestiva il sommergibile.

I detriti

La Guardia Costiera Usa ieri aveva scritto in un tweet che un veicolo a comando remoto ha scoperto un «campo di detriti» nell’area di ricerca della nave Titan. Il Rov della Horizon Arctic li ha individuati sul fondale marino vicino al Titanic. I rottami ritrovati dal robot impegnato nelle ricerche del Titan erano proprio del Titan.

Il regista Cameron: “Somiglianza con il Titanic”, è scontro sulla sicurezza

L’ipotesi che nel sottomarino di OceanGate poteva essersi verificata una «implosione istantanea», l’aveva fatta  Guillermo Soehnlein, co-fondatore della società insieme al pilota scomparso del Titan Stockton Rush. «Quello che so è indipendentemente dal sottomarino, quando si opera in profondità la pressione è così grande su qualsiasi sottomarino che se si verifica un guasto si verificherebbe un’implosione istantanea. Se è quello che è successo, sarebbe successo quattro giorni fa» ha detto Soehnlein in un’intervista alla Bbc subito dopo la notizia della Guardia costiera Usa del ritrovamento di un «campo di detriti» nella zona di ricerca vicina al relitto del Titanic.

Scontro a distanza invece tra il regista canadese James Cameron, autore del celebre film “Titanic”, e Guillermo Soehnlein, co fondatore di OceanGate insieme a Stockton Rush, morto nell’implosione del Titan. «Mi colpisce la somiglianza con il disastro del Titanic, dove il capitano fu ripetutamente avvertito della presenza di ghiaccio davanti alla sua nave, eppure si lanciò a tutta velocità in una distesa di ghiaccio in una notte senza luna, causando la morte di molte persone», ha commentato il regista, puntando il dito contro gli «avvertimenti rimasti inascoltati». Pur sottolineando gli ottimi risultati in termini di sicurezza raggiunti nel settore negli ultimi decenni, Cameron ha sostenuto che «molte persone nella comunità erano molto preoccupate per questo sottomarino», convinte che era «troppo sperimentale per trasportare passeggeri e che doveva essere certificato». Parole che hanno fatto infuriare Soehnlein, che ha difeso a spada tratta l’operato della OceanGate e la sua attenzione alla sicurezza. «Sono stato coinvolto nelle prime fasi del programma di sviluppo (dell’azienda), so per esperienza che eravamo estremamente impegnati nella sicurezza e che la mitigazione del rischio era una parte fondamentale della cultura aziendale», ha affermato il co-fondatore, che ha lasciato l’azienda nel 2013, ricordando come lo stesso Cameron abbia visitato il relitto molte volte per produrre il suo successo planetario del 1997.

Chi c’era a bordo

Il piccolo batiscafo, lungo 6 metri e mezzo, aveva interrotto le comunicazioni a meno di due ore dall’inizio del suo viaggio, volto a osservare da vicino i resti del Titanic, che si trova a più di due miglia (quasi quattro chilometri) sotto la superficie dell’Atlantico settentrionale. A bordo il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, 19 anni appena, anch’essi di cittadinanza britannica, oltre al Ceo dell’azienda, Stockton Rush, e l’esploratore francese Paul-Henri Nargeolet. Tutti accomunati dalla passione per il Titanic.

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Incredibile coincidenza con il Titanic

Proprio in queste ore si è saputo che la moglie di Rush, l’uomo alla guida del batiscafo, è una discendente di Isidor Straus, il magnate che, insieme a sua moglie Ida, morì nel naufragio del Titanic. Wendy è una pronipote della coppia, «le due persone più ricche» a morire a bordo del transatlantico nel 1912. I sopravvissuti al disastro raccontarono che Straus, ricchissimo e all’epoca comproprietario dei magazzini Macy’s, non volle salire sulle scialuppe di salvataggio, perchè a bordo c’erano ancora molte donne e bambini da trarre in salvo; e Ida, la moglie che gli era al fianco da quarant’anni, decise di non abbandonarlo. La loro tragica storia d’amore trovò spazio anche nel ‘Titanic’, il celebre film di James Cameron, dove i due vengono ritratti abbracciati, nella cabina, mentre il piroscafo affonda. I loro resti riposano in fondo al letto oceanico, dove volevano arrivare anche i cinque avventurieri. Una passione che li ha spinti a spendere 250mila dollari per salire a bordo del Titan e a mettere a rischio la propria vita.

22 Giugno 2023 ( modificato il 23 Giugno 2023 | 20:10 )
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