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2:15 pm, 8 Giugno 23 calendario

Carne, consumo a 33 kg a testa ogni anno: Italia agli ultimi posti in Ue

Di: Redazione Metronews
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L’Italia è agli ultimi posti in Europa per consumi di carne pro capite. Secondo i più recenti dati Ismea, che prendono in considerazione i “consumi apparenti”, quelli che includono nel computo anche ossa, tendini e grasso dell’animale, nel nostro Paese si mangiano circa 65,3 kg pro capite di carne all’anno, fra pollo, suino e bovino, poco meno di 33 kg all’anno per persona se si considerano i “consumi reali”, cioè quelli al netto delle parti non edibili. Questo è ciò che è emerso oggi durante la conferenza stampa di presentazione del volume ‘Carni e salumi: le nuove frontiere della sostenibilità’, scritto da Elisabetta Bernardi, Ettore Capri e Giuseppe Pulina (edito da Franco Angeli con il contributo di Carni Sostenibili).

La carne e la sostenibilità

Tuttavia è stato sottolineato il valore delle proteine animali nella nostra alimentazione. “La carne è stata un caposaldo della dieta umana, e lo è tuttora in molte popolazioni – ha spiegato Elisabetta Bernardi, biologa nutrizionista e specialista in Scienze dell’alimentazione- Essa contiene diverse vitamine e minerali, oltre a tutti gli aminoacidi essenziali, che la rendono un’eccezionale fonte proteica, ottimale per il supporto della sintesi proteica per la costruzione e il mantenimento dei muscoli. La carne, per esempio, costituisce una parte importante della dieta degli anziani, per prevenire il calo della forza muscolare correlato all’età e l’aumento della fragilità. Nei soggetti più giovani e fisicamente attivi, è stato recentemente documentato che l’assunzione di proteine della carne ha effetti benefici diretti sulla composizione corporea e sulla forza muscolare”. Inoltre è un alimento che apporta un’ampia gamma di minerali e vitamine alla dieta, i più importanti dei quali sono il ferro, lo zinco e la vitamina B12.

Il settore zootecnico italiano vale il 15% di tutto l’agroalimentare del nostro Paese con un fatturato di quasi 30 miliardi di euro, 513.000 addetti e circa 170.000 aziende agricole.

La richiesta di alimenti di origine animale vedrà un aumento del 30% entro il 2050 (+29% carne, +35% latticini, +25% uova e +37% pesce), secondo le stime della Fao, ed è evidente che il comparto dovrà essere in grado di produrre di più continuando a ridurre i propri impatti ambientali. Un percorso già intrapreso dal settore agricolo, che a livello mondiale ha ridotto le emissioni pro-capite del 20% in 30 anni a fronte di un aumento della popolazione di 2,5 miliardi di individui. “In Italia le attività zootecniche negli ultimi 10 anni non solo non hanno impattato sull’ambiente, ma hanno contribuito a raffreddare l’atmosfera con emissione ricalcolate cumulativamente a – 49 milioni di tonnellate di CO2 equivalente” ha sostenuto Pulina in base a nuovi studi che rivedono le metriche proposte dal team di fisici dell’atmosfera dell’Università di Oxford pubblicate su ‘Naturè e applicate al nostro sistema dagli studiosi dell’Università di Sassari sulla base dei dati Ispra dal 1990 al 2020.
“La risposta alla domanda di sostenibilità non può essere quella di smantellare le attività agricole e delegare ai laboratori la produzione di quello che mangiamo. – ha detto Scordamaglia – Chi ha salutato l’avvento della carne artificiale come alternativa più sostenibile dovrà ricredersi: recenti studi più accurati ci dicono che la produzione di carne artificiale attraverso bioreattori potrebbe avere un impatto climalterante fino a 25 volte superiore a quello della carne naturale” oltre a comportare 53 potenziali pericoli per la nostra salute secondo Fao e Oms”. “Lo studio dei ricercatori di Oxford prende in considerazione per la prima volta la differenza in termini di azione sul riscaldamento globale tra gli inquinanti climatici a vita breve, come il metano, e gli inquinanti climatici a vita lunga come l’anidride carbonica – ha spiegato Pulina – ed è così che viene dimostrato come a tasso di emissioni costanti, il metano non si accumula in atmosfera e non la riscalda mentre l’anidride carbonica si accumula in atmosfera e la riscalda”. Martina Bagnera

8 Giugno 2023 ( modificato il 6 Dicembre 2023 | 17:36 )
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