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12:08 am, 31 Marzo 23 calendario

Trump incriminato a Manhattan. La Procura voleva l’arresto già oggi

Di: Redazione Metronews
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Alla fine l’incriminazione per l’ex presidente Usa, Donald Trump, è arrivata, dal Gran giurì di Manhattan.

Le accuse sono legate al pagamento di 130.000 dollari a Stormy Daniels, pornostar, in cambio del suo silenzio  visto che aveva minacciato di rivelare di aver avuto una relazione con lui durante la campagna elettorale per le presidenziali del 2016.

Trump: “Persecuzione politica”. E chiede donazioni

“Questa è la persecuzione politica e l’interferenza elettorale al livello più alto della storia”, la prima reazione di Trump.

L’ex presidente potrebbe consegnarsi martedì prossimo per la formalizzazione delle accuse ma ha già dichiarato di non poter avere un processo giusto a New York, commentando la sua incriminazione. “Hanno portato – ha scritto su Truth Social – questa accusa falsa, corrotta e vergognosa contro di me solo perchè sto con il popolo americano e sanno che non posso avere un processo equo a New York”.

La campagna dell’ex presidente Usa, Donald Trump, ha inviato una email ai sostenitori per sollecitare donazioni. «Lo Stato oscuro – scrive Trump nella email – userà qualsiasi cosa avrà a disposizione per chiudere il movimento che tu hai messo al primo posto». La email è aperta dal titolo del New York Times sull’incriminazione di Trump. «Noi – si legge – stiamo vivendo il capitolo più buio della storia americana. Da quando ho cominciato a correre per la carica di presidente da completo outsider politico, la corrotta classe al potere ha cercato di chiudere il movimento America First». «Il 2024 – aggiunge – con il tuo supporto noi scriveremo il prossimo grande capitolo della storia americana, e il 2024 sarà ricordato per sempre come quello in cui noi abbiamo salvato la nostra Repubblica. Noi renderemo di nuovo grande l’America»

L’avvocato di Donald Trump, Joe Tacopina, ha affermato che l’ex presidente americano non accetterà mai un patteggiamento. «Il presidente Trump non accetterà un patteggiamento su questo caso. Non succederà», ha riferito il legale a NbcNews, sottolineando che «non c’è nessun crimine e non so se si arriverà al processo».

Il procuratore voleva arresto già oggi, ma c’è un problema procedure

Il procuratore di Manhattan, Alvin Bragg, voleva che Donald Trump si consegnasse già oggi per essere arrestato, ma i suoi avvocati si sono opposti affermando che il Secret Service ha bisogno di più tempo per organizzare la procedura senza precedenti. Lo rivela Politico, citando fonti delle forze di sicurezza newyorkesi.

Con la prima incriminazione di un ex presidente della storia americana, ci si trova infatti nella circostanza, estremamente delicata, di un imputato che si presenterà alle autorità scortato dagli agenti delle guardie del corpo presidenziali, che devono garantire la sicurezza a vita degli ex inquilini della Casa Bianca. E’ questo quello che Joe Tacopina, l’avvocato di Trump, ha spiegato all’ufficio del procuratore, chiedendo quindi di rinviare alla prossima settimana – a martedì, secondo diversi media Usa – il clamoroso arresto. In questi giorni, quindi non solo gli avvocati del tycoon, ma anche i responsabili del Secret Service dovranno coordinarsi con la procura per studiare le modalità della consegna di Trump.

Ai negoziati partecipa anche il dipartimento di polizia di New York, ormai da giorni mobilitato per garantire una presenza extra nella zona intorno al palazzo di Giustizia di Manhattan, soprattutto dopo che Trump ha esortato i suoi sostenitori a protestare contro il suo arresto. La sfida è quella di permettere che la prima apparizione di Trump in procura si svolga come quella di qualsiasi altro imputato – con le foto segnaletiche, le impronte digitali, la classica Miranda, cioè la lettura dei diritti degli arrestati – garantendo all’ex presidente la protezione necessaria.

In questa occasione, il giudice stabilirà anche le condizioni del rilascio, che potrebbero prevedere anche restrizioni di movimento se non addirittura gli arresti domiciliari. Anche solo la prima eventualità potrebbe avere un effetto sulla nuova campagna elettorale di Trump.

La prima udienza sarà anche l’occasione in cui verranno formalizzate e quindi rese pubbliche le accuse che comprenderebbero, secondo quanto rivelato dalla Cnn, 30 capi di imputazione di frode societaria. Bragg infatti ritiene che l’ex presidente abbia commesso un illecito registrando come spese legali i 130mila dollari restituiti all’avvocato Michael Cohen che aveva pagato di tasca propria Stormy Daniels per pagare il silenzio della pornostar sulla relazione avuta con il tycoon nel 2006. Un illecito aggravato dal fatto che è stato commesso per impedire che le rivelazioni della donna potessero influenzare la campagna elettorale del 2016.

La protesta

La polizia ha rafforzato le misure di sicurezza intorno al tribunale di Manhattan, per prevenire proteste o incidenti.

Nei giorni scorsi Donald Trump ha soffiato pericolosamente sul fuoco della rabbia dei suoi sostenitori per una sua eventuale incriminazione. In un messaggio postato  su Truth Social, l’ex presidente aveva affermato che in caso di sua incriminazione per il caso Stormy Daniels si rischiano “possibili morti e distruzione”, e dando dello “psicopatico degenerato” a Alvin Bragg, il procuratore di Manhattan titolare del caso.

Stormy Daniels

Stormy Daniels brinda con lo champagne all’incriminazione di Donald Trump, al termine della battaglia legale che la pornostar ha portato avanti contro il presidente degli Stati Uniti. “Grazie a tutti per il vostro sostegno ed il vostro amore! Ho così tanti messaggi che non riesco a rispondere... e poi non voglio versare lo champagne!”, ha scritto su Twitter Daniels, al secolo Stephanie Gregory Clifford, sottolineando anche che sta ricevendo moltissime richieste di invio di autografi e di gadget del ‘teamstormy”.

L’incriminazione di Trump è infatti un’enorme vittoria della donna che nel 2016 ha ricevuto, per mano dell’allora avvocato di Michael Cohen, 130mila dollari per comprare il suo silenzio sulla relazione avuta con il tycoon nel 2006. Trump ha sempre negato la relazione, ma non ha contestato il pagamento, affermando però che non costituiva un illecito. “E’ stata una lotta contro il rifiuto della realtà di Trump e la sua costruzione di storie alternative”, ha detto l’avvocato di Daniels, Clark Brewster, parlando alla Cnn.

31 Marzo 2023
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