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2:19 pm, 14 Marzo 23 calendario

La madre di Leonardo? Caterina, ma non era italiana ed era schiava

Di: Redazione Metronews
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Era circassa, ed era una schiava, la mamma di Leonardo da Vinci.

Un documento scoperto all’Archivio di Stato di Firenze rivela infatti che si chiamava Caterina la madre di Leonardo da Vinci e che era una principessa dei Circassi, figlia del principe Yakob, che governò uno dei regni sugli altopiani delle montagne settentrionali del Caucaso: dopo essere stata rapita, probabilmente dai tartari, fu fatta schiava e rivenduta ai veneziani. I dettagli sulla nuova identità della mamma del genio del Rinascimento, che quindi sarebbe stato italiano solo per metà, sono stati scoperti dal professore Carlo Vecce, filologo e storico del Rinascimento, docente all’Università di Napoli “L’Orientale”, che nel corso di decennali ricerche si è dedicato soprattutto alla figura e all’opera di Leonardo.

Carlo Vecce firma dunque, per Giunti Editore, una biografia romanzata di Caterina, madre di Leonardo, a partire dalla scoperta di importanti documenti inediti. Testi che fanno luce e segnano un punto sull’origine di Leonardo, nel contesto di un dibattito stratificato e complesso.

Caterina, la mamma di Leonardo era una schiava

Leonardo è figlio naturale di un giovane notaio fiorentino, Piero, e di una donna chiamata Caterina. Di lei si ignorava quasi tutto, se non che viene sposata a un oscuro contadino di Vinci, poco dopo la nascita di Leonardo. L’unica cosa certa è che, nella formazione dello straordinario mondo interiore di suo figlio, della sua ricerca inesausta di conoscenza e di libertà, la figura della madre deve essere stata determinante. E’ lei il vero mistero della sua vita. Da qualche anno circola l’ipotesi che Caterina sia stata una schiava: ipotesi fino ad oggi poco documentata, ma non inverosimile. La schiavitù moderna, quella che arriva nelle Americhe, nasce nel Mediterraneo alla fine del Medioevo. Una storia poco conosciuta, imbarazzante, rimossa. Un affare d’oro, per i mercanti veneziani e genovesi: le schiave e gli schiavi rendono di più delle spezie e dei metalli preziosi. A Firenze il mercato chiede soprattutto giovani donne, destinate a servire come domestiche, badanti, e anche concubine, schiave sessuali, che, se ingravidate, continuano a essere utili anche dopo il parto, dando il loro latte ai figli dei padroni.

Il documento finora sconosciuto che Carlo Vecce ha ritrovato nell’Archivio di Stato di Firenze è l’atto di liberazione della schiava Caterina da parte della sua padrona, monna Ginevra, che l’aveva ceduta in affitto come balia, due anni prima, a un cavaliere fiorentino.

Il documento è autografo del notaio Piero da Vinci: il padre di Leonardo. Siamo in una vecchia casa fiorentina, alle spalle di Santa Maria del Fiore, all’inizio di novembre 1452: Leonardo ha solo 6 mesi, e sicuramente è lì anche lui, tra le braccia della madre. Raramente, nelle scritture del giovane ma già preciso notaio, si affollano tanti errori, tante sviste. Quella schiava è la sua Caterina, la ragazza che gli ha donato il suo amore, e quel bambino è suo figlio. Gli trema la mano, a Piero, un’emozione sconosciuta lo domina. Nemmeno la data la scrive giusta, in quel giorno così agitato.  Com’è arrivata a Firenze Caterina? Grazie al marito della sua padrona: un vecchio avventuriero fiorentino di nome Donato, già emigrato a Venezia, dove aveva al suo servizio schiave provenienti dal Levante, dal Mar Nero e dalla Tana. Prima di morire, nel 1466, Donato lascia i suoi soldi al piccolo convento di San Bartolomeo a Monteoliveto, fuori Porta San Frediano, per la realizzazione della cappella di famiglia e della propria sepoltura. Il notaio di fiducia è sempre lui, Piero. E Leonardo esegue la sua prima opera proprio per quella chiesa: l’Annunciazione.

A Milano la tomba di Caterina?

E non è tutto. Un importante scavo archeologico a Milano, avviato da poco, promette di fare nuova luce proprio intorno alle vicende di Caterina, la madre di Leonardo da Vinci. Lo storico Carlo Vecce ha infatti regalato un altro colpo di scena, spiegando che la storia continua, in questi giorni, oltre le pagine del suo nuovo libro. A Milano, dietro Sant’Ambrogio, nei lavori per la nuova sede dell’Università Cattolica, sta ricomparendo la cappella dell’Immacolata Concezione, quella dove Leonardo abbozzò la sua “Vergine delle rocce”: sono tornati alla luce il muro al quale era addossato l’altare, il pavimento nel quale s’apriva la cripta, i frammenti del cielo stellato dipinto sulla volta dagli Zavattari. “Una scoperta straordinaria”, l’ha definita Vecce: nella cripta, confusi tra loro, anche resti umani di antiche sepolture. “Forse anche di Caterina, morta a Milano tra le braccia di suo figlio nel 1494, e sepolta in quello stesso luogo”, ha azzardato Carlo Vecce.

 

14 Marzo 2023
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