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11:03 am, 5 Marzo 23 calendario

Onu, dopo 40 anni c’è l’accordo per la protezione degli oceani

Di: Redazione Metronews
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Onu,  dopo 40 anni c’è l’accordo per la protezione degli oceani.

La comunità internazionale si impegna a salvaguardare almeno il 30% degli oceani entro il 2030: è questo il senso dell’accordo raggiunto dai Paesi dell’Onu su un trattato che protegga l’Alto Mare, un trattato che era negoziato da anni e che gli esperti delle organizzazioni ecologiste considerano vitale per salvaguardare gli oceani. L’accordo riguarda quasi i due terzi degli oceani oltre le acque territoriali dei Paesi.

Si tratta del cosiddetto Alto mare (lo spazio marino che si estende oltre le acque territoriali), ecosistema che produce metà dell’ossigeno che respiriamo, rappresenta il 95 per cento della biosfera terrestre e assorbe anidride carbonica come nessun altro bacino sulla terra.

Onu, dopo 40 anni l’accordo

L’accordo è arrivato nella notte italiana al Palazzo di Vetro, a New York, dopo una maratona negoziale cominciata il 20 febbraio e culminata con 38 ore di serrate trattative; ma erano anni che si lavorava a livello diplomatico per trovare un accordo sui finanziamenti e i diritti di pesca.

Cosa prevede

L’intesa, raggiunta grazia a una inedita coalizione fra Ue, Usa, Gb e Cina, prevede la protezione di un terzo dei mari entro il 2030, come previsto dall’impegno, tuttavia non vincolante, preso dalla Conferenza dell’Onu sulla biodiversità.  Il testo getta le basi per stabilire aree marine protette. L’ultimo accordo internazionale sulla protezione degli oceani era stato firmato 40 anni fa, nel 1982: la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare. Quell’accordo istituiva un’area chiamata Alto Mare – acque internazionali in cui tutti i Paesi hanno il diritto di pescare, navigare e fare ricerca – ma solo l’1,2% di queste acque è protetto.

Il Trattato dell’Alto Mare è per ora congelato e sarà adottato formalmente in un secondo momento, dopo essere stato controllato dai servizi legali e tradotto nelle sei lingue ufficiali delle Nazioni Unite. Ciononostante, «si tratta di un importante passo avanti», ha commentato Veronica Frank di Greenpeace. 

5 Marzo 2023
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