Torino
7:24 pm, 6 Dicembre 22 calendario
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Thyssen: «15 anni di giustizia ingiusta»

Di: Redazione Metronews
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Rabbia e dolore sono esplosi oggi tra i famigliari dei sette operai morti fra il 5 e il 6 dicembre nel rogo della ThyssenKrupp nel giorno del 15° anniversario della tragedia. «Abbiamo scritto una lettera indirizzata a tutto il Governo, perché vogliamo che sappia quanto abbiamo subito in questi anni. Non ci accontentiamo più di essere ricevuti e ascoltati dal ministro della Giustizia di turno, ma vogliamo risposte che dopo 15 anni sono quanto meno un atto dovuto. Perché non è stato un incidente sul lavoro, ma un incidente provocato da gente ignorante e incompetente. Ma ci sono assassini ancora liberi, li hanno lasciati scappare. L’Italia è stata codarda», le dure parole di Laura Rodinò, la sorella di Giuseppe, uno delle vittime.

A bruciare «la mancanza di giustizia». «Io vivo da 15 anni l’assenza di mio figlio – ha detto commossa Rosina Platì, mamma di Giuseppe Demasi -, 15 anni che non sono stati sufficienti per portare a compimento un percorso giudiziario. Abbiamo capito quanto faccia male la negazione del diritto», ha aggiunto, parlando di «sentenze inapplicate, inutili impegni, principi farlocchi, tribunali inefficaci e ministeri che ci avevano assicurato che avrebbero vigilato ma poi si sono limitati ad ascoltarci più per dovere istituzionale che per altro. 15 anni di una giustizia ingiusta e priva di credibilità. Il nostro processo avrebbe dovuto essere uno spartiacque, ma ancora ogni giorno si reclama sicurezza nei luoghi di lavoro», conclude, ricordando l’ultimo abbraccio e l’ultimo bacio dati al figlio quel giorno, quando uscì di casa per raggiungere la fabbrica.

I nomi delle vittime delal strage della Thyssen

«Quel processo doveva essere un esempio»

«Per tante ragioni doveva essere la fine degli infortuni sul lavoro ed essere una sorta di esempio. In realtà, è diventata una storia come tante, una tragedia nella tragedia, una giustizia incompiuta che rimane nelle pagine di una ottima sentenza, ma mai scontata dai condannati», ha detto invece Antonio Boccuzzi, l’ex operaio della ThyssenKrupp sopravvissuto al rogo. «Rivivo le stesse cose, tutti gli anni, e provo un senso di profonda amarezza», racconta Boccuzzi, per il quale «è un doppio dolore. Quello che doveva essere un monitor per gli imprenditori che non mettono al centro del loro business i lavoratori è diventato qualcosa che rimane solo scritto nelle pagine di una sentenza. Ed è anche la sconfitta dell’idea dell’Unione europea che purtroppo non riesce a fare applicare una sentenza a distanza di pochi chilometri».

Lo Russo: «Per la Thyssen le responsabilità ci sono»

«Giuseppe De Masi, Angelo Lauria, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone, Roberto Scola. Nel quindicesimo anniversario della tragedia alla Thyssenkrupp, non potevamo che ricordarli uno ad uno, a partire dai loro nomi e dal vuoto che hanno lasciato. Troppo spesso ci riferiamo alle morti sul lavoro rendendole impersonali, definendole “bianche”, con un aggettivo che sembra suggerire che nessuno abbia colpa. Non è così: le responsabilità ci sono e devono essere individuate e individuabili», è invece il messaggio postato su Facebook dal sindaco Stefano Lo Russo.

Il sindaco Lo Russo al Memoriale

«Oggi è un giorno triste, ma è anche un momento in cui tutta la comunità torinese si stringe alla famiglia, agli amici e alle tante persone che volevano bene a Giuseppe, Angelo, Rocco, Rosario, Bruno, Antonio, Roberto – continua Lo Russo -. Quel devastante incendio di 15 anni fa rimane una ferita tremenda per la città, e rimangono forti il ​​dolore e la richiesta di giustizia. Il memoriale è un luogo della memoria che diventa monito quotidiano per tutte e tutti, per quanto va ancora fatto per rendere sicuri i luoghi del lavoro. Per poter dire, finalmente, mai piu’ morti sul lavoro», ha concluso.

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6 Dicembre 2022
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