Torino
5:58 pm, 1 Dicembre 22 calendario
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Venti case per ricominciare a vivere

Di: Redazione Metronews
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Venti case a disposizione per gli ultimi, perché la casa come un diritto, ma può anche essere l’inizio di un percorso verso l’autonomia e il ritorno a una vita di piene opportunità. È la filosofia del protocollo d’intesa triennale con il quale la Città di Torino da in concessione alla Diocesi 20 alloggi di proprietà comunale che a rotazione accoglieranno persone senza dimora o in situazione di grave fragilità che potranno così iniziare entrare in un circuito virtuoso per migliorare la loro situazione. «Rafforziamo un modello che ha dato frutti molti positivi – sottolinea la vicesindaca Michela Favaro – e ha permesso, da un lato, di valorizzare il patrimonio della Città e, dall’altro, di rispondere ai bisogni delle persone, che sono spesso urgenti e necessitano di risposte veloci». Le case si trovano sia in zone periferiche che in quelle centrali.

Case a  famiglie sfrattate e a persone in difficoltà

Le iniziative riguarderanno la popolazione in situazione di vulnerabilita’ sociale e socio-sanitaria per il recupero della loro autonomia sociale, economica, abitativa e lavorativa, secondo i principi di integrazione, affiancamento, sussidiarieta’ con particolare attenzione per nuclei familiari sottoposti a sfratti esecutivi, persone in condizione di senza dimora specie se anche gravati dalle conseguenze di problematiche sanitarie, uomini o donne abbandonati e soli, rifugiati e richiedenti asilo.

Alloggio e accompagnamento sociale

«Non siamo solo in presenza di una concessione di spazi – aggiunge l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli -, ma a questa è legata l’accompagnamento sociale, ed è questo che fa la differenza. Ogni persona, ogni nucleo ha bisogno di un tipo di accompagnamento diverso a seconda della sua situazione – spiega – e quanto più sarà veloce il percorso verso l’autonomia, tanto più gli alloggi potranno soddisfare un numero maggiore di persone». L’assessore evidenzia poi che «gli appartamenti sono sia in centro che in periferia perché la risposta al bisogno deve essere diffusa su tutto il territorio».

Per il Responsabile della pastorale della Salute, don Paolo Fini, è «un momento di responsabilità per noi, che ci impegniamo non solo a fare ma a promuovere il fare del territorio. Questo accordo serve anche a ridare senso sociale al patrimonio pubblico e ci permette ancora di più di dare un servizio che la Chiesa di Torino offre già da sempre, e farlo col Comune è ancora più importante. Dare una casa – conclude – non è solo garantire un diritto ma anche dare protezione».

1 Dicembre 2022
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