Russi e bielorussi tornano sul ring con bandiere e inni
Il consiglio di amministrazione dell’International Boxing Association, la federazione internazionale di pugilato, ha deciso di consentire con effetto immediato ai pugili russi e bielorussi di tornare alle competizioni e combattere sotto i colori nazionali, quindi bandiere e inni (nella foto Lapresse, il presidente Kremlev con Putin a Mosca nello scorso mese di settembre durante l’inaugurazione di un nuovo impianto).
Russi e bielorussi sul ring con bandiere e inni contro la raccomandazione del CIO
Potranno prendere parte anche i funzionari e i tecnici delle due Nazioni di fatto sospese dal mondo sportivo internazionale dopo la “raccomandazione” del Comitato Olimpico Internazionale del 28 febbraio scorso formulata a seguito dell’invasione militare russa in Ucraina.
«La federazione, nella sua autonomia, rimane politicamente neutrale»
«La politica non dovrebbe avere alcuna influenza nello sport, a tutti gli atleti dovrebbero essere date condizioni uguali». E’ quanto afferma la federazione internazionale di pugilato che oggi ha riammesso alle competizioni internazionali atleti, allenatori e dirigenti russi e bielorussi. «Nel rispetto della propria autonomia come federazione sportiva internazionale, la federazione rimarrà politicamente neutrale e indipendente, chiede la pace e resterà un pacificatore in tutti i conflitti – sostiene la federazione internazionale di boxe che è presieduta dal russo Umar Kremlev -. Inoltre, la federazione ha l’obbligo di garantire parità di trattamento nei confronti degli atleti e degli ufficiali di gara, indipendentemente dalla loro nazionalità e residenza».
Il presidente russo Kremlev, russo, confermato nello scorso settembre
A fine settembre i delegati delle federazioni nazionali presenti al Congresso straordinario della federazione internazionale di pugilato, riunitosi a Erevan in Armenia, avevano votato a maggioranza di non svolgere nuove elezioni e quindi confermare Kremlev.
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