usura
3:59 pm, 20 Aprile 22 calendario

Ad elevato rischio usura almeno 30mila piccole imprese

Di: Redazione Metronews
elevato rischio
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Sono «ad elevato rischio usura» almeno 30 mila micro e piccole imprese del commercio e dei pubblici esercizi. La stima è di Confcommercio, che ha presentato i risultati di un’analisi sul fenomeno in occasione della Giornata nazionale «Legalità, ci piace!».

Le imprese in pericolo

Nel dettaglio, le imprese a rischio sarebbero tra 26 mila e 44 mila, ovvero tra il 9,4 e il 15,5% di quelle che nel 2021 si sono viste negare un prestito (oltre 273 mila in numeri assoluti). «La crisi della pandemia e quella dei costi generati da questa drammatica guerra rappresentano un vero e proprio detonatore dell’usura – ha commentato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – che trova il terreno ideale in un sistema di imprese reso più fragile e più esposto a causa di una drastica riduzione del volume di affari, della mancanza di liquidità e di una sostanziale difficoltà di accesso al credito. Non a caso l’usura è fenomeno percepito in aumento da oltre il 27% degli imprenditori, una quota superiore di oltre 14 punti rispetto al 2019.

Elevato rischio usura per imprese

Quasi il 12% delle imprese del terziario di mercato l’anno scorso ha percepito un peggioramento dei livelli di sicurezza: dato più accentuato nelle grandi città (16,2%), al Sud (16,6%), per le imprese del commercio al dettaglio alimentare (15,1%) e per gli alberghi (20%). È quanto emerge dall’indagine Confcommercio-Format research su usura e fenomeni illegali. L’usura è il fenomeno criminale percepito in maggior aumento dagli imprenditori (il 27%), seguito da abusivismo (22%), racket (21%), furti (21%), atti di vandalismo (19%), aggressioni fisiche (18%), contraffazione (17%) e rapine (16,2%). Il trend è più marcato nelle grandi città e al Sud dove l’usura è indicata in aumento dal 30% delle imprese. Oltre ad essere percepito come il reato che aumenta di più, l’usura è anche un fenomeno che penalizza lo sviluppo delle imprese e frena la crescita. L’11% degli imprenditori ha avuto notizia diretta di episodi di usura o estorsione nella propria zona di attività mentre il 15% ne ha letto sui giornali o sentito alla tv o alla radio e il 10% ne ha letto sui social network. Il 17,7% degli imprenditori è «molto preoccupato» per il rischio di esposizione a usura e racket. Un timore che cresce nelle grandi città (22%), al Sud (19,1%) e tra le imprese del commercio al dettaglio non alimentare (per il 20%). Riflessi pesanti si hanno anche su decoro urbano e qualità della vita, più avvertiti nelle periferie delle grandi città (per il 52% delle imprese) mentre i centri storici delle città tra i 10 mila e i 50 mila abitanti risultano più curati (per l’88,2% delle imprese). In sostanza, il 64,9% delle imprese ha riscontrato fenomeni di degrado nella propria zona di attività e un’impresa su cinque ritiene peggiorato il livello di qualità della vita nell’area in cui opera. Dati ancora una volta più marcati nelle grandi città dove degrado urbano e riduzione della qualità della vita sono segnalati rispettivamente dal 70 e dal 25% delle imprese.

Sei su 10 pronti a denunciare

Di fronte all’usura e al racket il 58,4% degli imprenditori sporgerebbe denuncia, il 33,6% ammette che non saprebbe come comportarsi, il 6,4% pensa che non farebbe nulla, «tanto è inutile». Il dato è più marcato al Sud dove si rileva una sorta di polarizzazione dei comportamenti, con accentuazioni maggiori sia di imprenditori che sporgerebbero denuncia (66,7%) che di quelli che al contrario «non saprebbero cosa fare» (41%) o che ritengono che «non ci sarebbe nulla da fare» (9,1%). «Una dicotomia – spiegano gli autori del sondaggio – determinata probabilmente dalla maggiore esposizione ai fenomeni criminali al Sud rispetto al Nord». Una minore propensione a denunciare si registra nelle città di medie e grandi dimensioni – scendono al 52% gli imprenditori che indicano la denuncia – mentre nei centri abitati con meno di 10 mila abitanti è più accentuata l’incapacità di reagire rispetto a questi fenomeni: il 42,1% degli imprenditori confessa che non saprebbe cosa fare. Ma chi le sostiene contro la criminalità? Per il 34% delle imprese sono le forze dell’ordine, per il 21% lo Stato e le amministrazioni locali, per il 16% le associazioni di categoria, per il 10% le associazioni e organizzazioni antiusura. Per il 19% l’aiuto non arriva da nessuno («siamo soli») ma la percentuale nell’ottobre del 2020 era più alta, al 28,6%.

«Rischio usura, stare accanto alle vittime»

«La parola delle vittime rappresenta la prima arma della legalità contro l’usura: un reato che si nutre proprio del silenzio – ha ricordato il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli – nonostante infatti l’usura sia il reato maggiormente diffuso tra le imprese del commercio, della ristorazione e della ricettività e nonostante quasi il 60% degli imprenditori ritenga la denuncia il primo indispensabile passo di fronte all’usura, questo è uno di quei reati che emergono con maggiore difficoltà. Ci sono tanti motivi che spiegano questa difficoltà, certo, a partire dal timore della violenza che i criminali non si fanno scrupolo di mettere in atto. Per questo le vittime hanno bisogno della vicinanza delle istituzioni, del presidio del territorio delle forze dell’ordine. E hanno anche bisogno del nostro sostegno, della nostra prossimità operosa. Tanto più in questo momento drammatico di crisi su crisi».

20 Aprile 2022
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