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4:43 pm, 2 Aprile 22 calendario

Inflazione: prezzi impazziti e sul Pil Confindustria vede la recessione

Di: Redazione Metronews
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L’Istat registra a marzo un incremento dei prezzi del +5,8% per il pane e del +13% per la pasta, ma se si analizzano i listini medi delle varie province italiane pubblicate dal Mise, come ha fatto Assoutenti,  si scopre che per il pane, la città che nell’ultimo mese registra i rincari più elevati è Terni, con i prezzi medi che rispetto al mese precedente salgano del +9,9%, da 2,22 euro al kg a 2,44 euro. A poca distanza troviamo Cremona, con aumenti al dettaglio dell’8,4% su base mensile, mentre al terzo posto tra le città dove il pane rincara di più si piazza Padova (+6%). La situazione peggiora sul fronte della pasta, e la Calabria si aggiudica la maglia nera dei rincari: a Catanzaro il prezzo al chilo passa in un solo mese da 1,22 euro a una media di 1,41 euro, con un incremento del 15,6%. A Reggio Calabria si registra un aumento del 13%, simile a Cosenza (+12,5%). Una emergenza quella dei prezzi che ha portato per la prima volta in Italia tutte le associazioni dei consumatori iscritte al CNCU ad unirsi in una Assemblea generale indetta per il prossimo 6 aprile e finalizzata a presentare al Governo un pacchetto di misure contro i rincari.

Caro bollette fa lievitare i prezzi

Il caro-bollette fa impazzire i listini del caffè consumato al bar, denuncia il Codacons: in base agli ultimi dati ufficiali del Mise, il prezzo record dell’espresso si raggiunge a Bolzano, dove un caffè consumato al banco del bar costa in media 1,23 euro. Al secondo posto in classifica, con una media di 1,20 euro, si piazzano Rovigo e Ravenna. Seguono a 1,19 euro Vicenza, Trento e Ferrara. Ben 25 città registrano nel nostro paese un prezzo medio del caffè superiore a 1,10 euro.

Confindustria parla di recessione tecnica

In uno scenario in cui “la durata della guerra è una variabile cruciale”, ed ipotizzando che da luglio finisca o si riducano incertezza e tensioni, il Centro studi di Confindustria stima una crescita del Pil 2022 tagliata a +1,9% «con un’ampia revisione al ribasso (-2,2 punti)” rispetto alle stime dello scorso ottobre “quando tutti i previsori erano concordi su un +4%». Considerando il +2,3% di crescita acquisita per «l’ottimo rimbalzo dell’anno scorso» l’Italia entrerebbe così in una recessione tecnica seppur di dimensioni limitate, con un calo del Pil dello 0,2% nel primo trimestre e dello 0,5% nel secondo. Il ritorno a livelli pre-Covid slitta dal secondo trimestre di quest’anno al primo del prossimo.

2 Aprile 2022
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