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9:08 pm, 27 Gennaio 22 calendario

Torna l’idea Frattini, ira Pd: “Basta improvvisazioni”

Di: Redazione Metronews
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La riproposta per il Quirinale del nome di Franco Frattini, sul quale starebbe ragionando Matteo Salvini con il Centrodestra, scatena l’ira del Pd. “Frattini? Ma basta provocazioni. Il Pd è un partito serio che non si presta a improvvisazioni raffazzonate, tanto più dopo giornate di giravolte e mancanza di chiarezza – è la risposta del Nazareno – Cerchiamo, tutti, di adempiere al compito di Grandi Elettori e di dimostrare di fronte alla Nazione di esserne degni. Il Paese ci guarda, l’Europa e il mondo si chiedono cosa stia succedendo, dobbiamo essere all’altezza della gravità e della complessità del momento”.

“Il nome del prossimo presidente della Repubblica – si dice al Nazareno – dovrà essere frutto di un percorso di condivisione e non di uno schema in cui una parte ha il diritto di avanzare proposte e l’altra di dire sì o no. Tutte le proposte che dovessero emergere da uno schema del genere sarebbero per noi inaccettabili“.

Ipotesi Frattini e Massolo

L’ipotesi Franco Frattini è sul tavolo, la Lega ha lavorato anche a questa candidatura, ma sul tavolo della coalizione ci sarebbe anche il nome di Giampiero Massolo, ex direttore del Dis. Frattini, attuale presidente del Consiglio di Stato, è ritornato in campo come proposta leghista, su cui sembra ci sia stato un placet anche da parte di Giancarlo Giorgetti, vicesegretario della Lega.

In ogni caso, “abbiamo già abbondantemente espresso le nostre perplessità” sul nome di Franco Frattini per il Quirinale, hanno detto le capigruppo del Pd, Debora Serracchiani e Simona Malpezzi lasciando gli uffici del Pd alla Camera.  Frattini è un nome che era stato fatto nell’incontro con Conte alcuni giorni fa, ma l’ex responsabile della Farnesina non avrebbe la sponda unanime di Forza Italia e anche nell’ex fronte rossogiallo diversi big hanno avuto da ridire sulla sua strategia di politica estera.

Massolo, nato a Varsavia nel ’54, è ambasciatore di lungo corso, conosce l’inglese, il francese, il russo, il polacco. Ha lavorato con tutti, destra e sinistra. Dal ’90 è presso l’ufficio diplomatico del presidente del consiglio dei ministri, di cui nel 1993, nel governo Ciampi, diviene Consigliere diplomatico aggiunto. Nel 1994 è capo della segreteria del primo governo Berlusconi e poi nel governo Dini. E’ stato capo di gabinetto con Gianfranco Fini agli Esteri, poi promosso da D’Alema, con Monti è diventato capo del Dis che guiderà sotto i governi Letta, Renzi e Gentiloni.

Renzi: “Show indecoroso, Quirinale non è X-Factor”

L’indecoroso show di chi ha scambiato l’elezione del Presidente della Repubblica con le audizioni di X Factor dimostra una sola cosa: bisogna far scegliere il Presidente direttamente ai cittadini. Stanno ridicolizzando il momento più alto della democrazia parlamentare“, sbotta Matteo Renzi. “Qui siamo alla follia, sono quattro giorni che stiamo votando senza una logica, senza uno schema e abbiamo detto tutti insieme che il centrodestra aveva i numeri e dunque avrebbe dovuto fare una proposta, ma il centrodestra oggi manco ha ritirato la scheda“.

“In tutto questo c’è una girandola di voci di incontri secondo le quali si starebbero offrendo cariche in giro, a destra e a manca. Ragazzi, questo è il Parlamento, non il teatrino di X Factor, sono senza parole”. “Sono sconvolto di come il centrodestra non si renda conto che siamo di fronte a una crisi internazionale, a una crisi delle bollette e centinaia di famiglia che mai come in questo momento hanno bisogno di cambiare gli strumenti per la didattica a distanza – aggiunge – e di fronte a tutto questo abbiamo il teatrino, lo show di qualche aspirante leader. Credo che bisogna farsi sentire e dire basta”.

Il Quirinale in silenzio assoluto

Nessun commento, nessun contatto. Molte sono le telefonate che arrivano al Quirinale in questi giorni di elezione del successore di Sergio Mattarella. Chi chiede un commento ai 166 voti assegnati dai grandi elettori all’attuale presidente, chi chiede un commento alle trattative in corso, chi ipotizza una attività di moral suasion diretta o indiretta. A tutti giunge la medesima risposta: silenzio stampa, cordiale ma netto e senza possibili spiragli. E come si è imposto da alcune settimane, Mattarella sta procedendo con tutti i passi per prepararsi al passaggio di consegne senza avere contatti, di persona o al telefono, con nessuno.

27 Gennaio 2022
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