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3:53 pm, 27 Gennaio 22 calendario

Altra fumata nera nello scrutinio. Mattarella sale a 166 voti

Di: Redazione Metronews
Altra fumata nera nel quarto scrutinio
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Altra fumata nera nel quarto scrutinio per l’elezione del presidente della Repubblica, nonostante il quorum necessario si sia abbassato a 505 voti. Lo schieramento di centrodestra – con la forte irritazione di Fratelli d’Italia – aveva dato indicazione di non partecipare alla votazione e infatti hanno infilato la scheda nelle urne solo in 540, con 441 astenuti. Il centrosinistra invece, insieme a Italia Viva, aveva indicato l’opzione della scheda bianca che è stata seguita da 261 grandi elettori (con in più 20 voti dispersi e 5 schede nulle).

La fumata nera nello scrutinio

Ma nello spoglio sono emersi ben 166 voti per il presidente uscente Sergio Mattarella (che nel terzo scrutinio di ieri ne aveva ricevuti 125), che rappresentano un segnale forte lanciato ai rispettivi leader da parlamentari “sparsi” sia Dem che Cinque Stelle. Il secondo a raccogliere più preferenze nel quarto scrutinio è stato Nino Di Matteo con 56 voti (candidato scelto dagli ex M5S di Alternativa, che fino a ieri avevano votato per Paolo Maddalena con 61 voti). A seguire: Luigi Manconi 8 voti, Marta Cartabia 6, Mario Draghi 5, Giuliano Amato 4, Pier Ferdinando Casini 3 e Elisabetta Belloni 2.

Mancano 188 schede bianche

Il centrosinistra (Pd, Leu e M5s) per il quarto scrutinio ha dato nuovamente indicazione di votare scheda bianca. Stessa indicazione data anche da Iv ai suoi grandi elettori. Al termine dello spoglio, le schede bianche complessive sono 261. La somma dei grandi elettori di Pd (154), M5s (233) e Leu (18) è pari a 405 voti. Se si aggiungono i 44 grandi elettori di Iv, il totale è di 449.

Dunque, mancherebbero all’appello 188 schede bianche. I voti dati a Sergio Mattarella sono 166: il centrodestra non ha partecipato al voto, dunque questi 166 voti vanno ricondotti al centrosinistra o ai grandi elettori delle varie componenti del Misto, ma bisogna considerare che Alternativa più i non iscritti ad alcuna componente hanno votato per Nino Di Matteo, che ha ottenuto 56 voti; Azione per Cartabia (6 voti), Sinistra Italiana e Verdi per Luigi Manconi, con 8 voti. Hanno ottenuto voti anche Mario Draghi 5, e Giuliano Amato 4.

Doppia votazione e scrutinio

Al momento l’Aula è nuovamente convocata per domani mattina, alle 11, per procedere con il quinto scrutinio. Anche nella votazione di domani è richiesta la maggioranza assoluta, pari a 505 voti. Ma sia lo schieramento di centrodestra che quello di centrosinistra hanno chiesto di poter procedere con una doppia votazione per velocizzare l’elezione del nuovo Capo dello Stato.

Voti per Altobelli e Muti

Tra i voti curiosi spuntati nel quarto scrutinio di segnalano quelli per l’ex attaccante dell’Inter Alessandro Altobelli, per l’ex segretario del Pd Walter Veltroni, per il direttore d’orchestra Riccardo Muti e per il ministro leghista Giancarlo Giorgetti. Un voto anche per lo storico Alessandro Barbero, per la M5S Paola Taverna. Preferenze anche per Pierluigi Bersani, Mario Segni e Pierluigi Castagnetti. Rispetto ai precedenti tre scrutini, il numero dei voti dati a personalità che sono al di fuori del mondo della politica e delle istituzioni risulta essere molto inferiore.

Il giudice Antonino “Nino” Di Matteo, nato a Palermo nel 1961, dal 2012 è presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati del capoluogo siciliano ed è sotto scorta dal 1993. È entrato in magistratura nel 1991 come sostituto procuratore presso la DDA di Caltanissetta. Pubblico ministero a Palermo nel 1999, ha indagato sulle stragi di mafia e sugli omicidi di Falcone e Borsellino. Sue anche le inchieste sull’assassinio di Rocco Chinnici e Antonino Saetta, finite rispettivamente con le condanne processuali dei fratelli Salvo e di Totò Riina.

27 Gennaio 2022
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