Concordia
2:57 pm, 13 Gennaio 22 calendario

Il naufragio della Concordia dieci anni dopo

Di: Redazione Metronews
condividi

Il naufragio della Concordia dieci anni dopo. «Questo è l’ultimo anniversario con i riflettori accesi, dall’anno prossimo li abbasseremo in modo tale che l’isola possa riprendere il suo percorso di territorio naturale e i suoi ritmi sociali. Dal 2023 la cerimonia sarà più intima e locale, quella di oggi sarà l’ultima celebrazione pubblica: non vogliamo dimenticare ma vogliamo rispettare le 32 vittime». Lo annuncia il sindaco dell’Isola del Giglio, Sergio Ortelli, in occasione del decimo anniversario del naufragio della Costa Concordia.

Il naufragio della Concordia dieci anni dopo

«Il nostro Consiglio comunale – aggiunge Ortelli – ha deciso di celebrare ogni 13 gennaio per sempre chiamandolo “Giornata della memoria” perchè è doveroso nei confronti dei parenti delle vittime del naufragio. Sulla nave c’erano persone di 54 nazionalità ed è giusto che vengano ricordate per sempre».

«Oggi possiamo capire che quella non fu soltanto una tragedia marittima: si è creata a causa di un’azione scellerata e non è legata alla tecnica della navigazione. Senza lo sfasamento avvenuto, nella figura del comandante, tra il proprio ruolo e il proprio interesse tutto questo non si sarebbe verificato». Quello del comandante Francesco Schettino fu «un atto scellerato, incompatibile con la sicurezza». Lo ha detto il senatore Gregorio De Falco, capitano di fregata e all’epoca capo della sezione operativa della Capitaneria di porto di Livorno, a dieci anni dal naufragio della Costa Concordia all’isola del Giglio.

«Avremmo potuto salvarli tutti, perché la nave ha resistito per parecchie ore, benché rovesciata su un fianco. Se ci fosse stata l’autorità a bordo». Gregorio De Falco, ex capo della sezione operativa della capitaneria di porto di Livorno, lo evidenzia nella quindicesima puntata di “Ossi di Seppia, quello che ricordiamo”, dall’11 gennaio su RaiPlay, mentre ricorda quelle drammatiche ore fra caos, paura, passeggeri che si gettano in mare per salvarsi e altri che rimangono intrappolati all’interno della nave.

Le tappe della vicenda

  • È il 13 gennaio del 2012 la Costa Concordia, in navigazione da Civitavecchia a Savona per una crociera nel Mediterraneo, finisce contro gli scogli delle Scole, davanti all’Isola del Giglio.
  • A bordo ci sono 4232 passeggeri e nessuno di loro viene informato dell’urto mentre «c’è una sorta di minimizzazione della situazione da parte del comando di bordo».
  • Circa un’ora dopo l’impatto la nave inizia a inclinarsi e mostra uno squarcio lungo oltre 50 metri sul fianco sinistro. La Costa Concordia si allaga in pochi minuti. L’acqua sale fino alle barre di distribuzione dell’energia elettrica provocando un totale blackout.
  • Sulla scena intervengono circa cinquanta unità navali e otto elicotteri e già con le prime ore dell’alba emerge chiaramente che il naufragio è avvenuto per un errore umano. «Come un animale mitologico – racconta De Falco – la nave riversa sulla costa dell’isola del Giglio mostra la pancia lacerata, squarciata. Nella società di oggi qualunque atto, anche modesto, di piccola scelleratezza si riversa sulla globalità in maniera del tutto imprevedibile immedesimarsi nel destino degli altri è l’unico modo per far bene il proprio ruolo, per far in modo che le aspettative del proprio ruolo non vadano deluse e non deludano te stesso».
  • Nel naufragio muoiono 32 persone e decine sono quelle ferite.
  • Il comandante Francesco Schettino viene condannato a 16 anni per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo, lesioni colpose plurime, abbandono della nave e false comunicazioni.Oggi frequenta corsi universitari in legge e giornalismo nel carcere di Rebibbia,.
13 Gennaio 2022
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il giornale
Più letto del mondo